Milan, è un 4-3-3 che sa di 4-3-2-1 con Gonzalo Higuain lasciato troppo solo e abbandonato al suo destino di bomber di razza.
Risolto il problema bomber che da anni penalizzava il Milan. Ora però, con Gonzalo Higuain che segna a ritmo di Champions League, emergono gli altri limiti della squadra di Gattuso.
Gonzalo Higuain, un bomber troppo solo
Il primo punto abbastanza evidente è che, eccezion fatta per il gol in apertura di tempo contro l’Atalanta, Higuain è costretto a inventarsi i gol da solo. Sono pochissimi i palloni giocabili che arrivano al Pipita nel corso dei novanta minuti, e questo anche a causa del prolungato palleggio per vie orizzontali. Contro i nerazzurri qualcosa di diverso si è visto ma c’è ancora da lavorare.
Il ‘finto’ tridente
Questo inizio di stagione inoltre ha messo in evidenza un altro aspetto: Suso e Calhanoglu non sono attaccanti e difficilmente lo diventeranno. I due agiscono soprattutto sulla trequarti campo e amano convergere verso il centro trasformando il Milan in 4-3-2-1 anomalo. Gli esterni dovrebbero attaccare la profondità alle spalle della prima punta quando questa scende sulla trequarti per smistare i palloni. Insomma, il modulo di Gattuso, di ancelottiana memoria, e non è un caso, non è rinunciatario ma di certo non è a trazione anteriore. Le mezzali si inseriscono poco in area di rigore e gli esterni non chiudono mai verso il centro per ricevere un’imbucata negli ultimi sedici metri.
Tutto nelle mani del Pipita
Tutto il peso dell’attacco è sulle spalle di Gonzalo che tra una smorfia e un’esultanza ha già iniziato a tirare avanti la baracca nella speranza che presto possa essere seguito da tutto il resto della squadra.
