Oggi nuova udienza presso il Tribunale del Lavoro di Milano. Un ennesimo rinvio dietro l’angolo? Le tappe della querelle
Si aspetta la decisione ufficiale da parte del Tribunale del Lavoro di Milano, ma il rischio del terzo rinvio, dopo quelli di gennaio e febbraio, è alto. Le parti, infatti, non sono riuscite ancora a trovare un accordo extragiudiziale per dirimere la controversia nata dopo la causa intentata dal Fassone nei confronti del suo ex club: l’accusa, giusto ricordarlo, è quella di licenziamento ritorsivo. Ecco le tappe di una querelle che ancora è lungi dall’essere risolta.
Milan-Fassone, tutte le tappe della controversia
I problemi tra l’ex amministratore delegato della società rossonera e il Milan iniziano il 21 luglio del 2018. Dopo il cambio di proprietà tra Yonghong Li e il Fondo Elliott, quest’ultimo opta per un cambio radicale a livello dirigenziale.
Fassone avrebbe detto no a un conguaglio di 2,5 milioni di euro per dire immediatamente addio alla società di via Aldo Rossi. Subito dopo è arrivato il licenziamento in tronco, seguito poi dalla volontà del manager di fare causa ai rossoneri per le modalità della fine del rapporto di lavoro. La causa, intentata pressi il Tribunale del Lavoro di Milano, è stata accompagnata da una richiesta record di risarcimento: 30 milioni di euro per danni morali e biologici, uniti agli emolumenti ancora da versare.
Milan: la difficoltà di arrivare a una soluzione concordata con Fassone
Tutti i tentativi di arrivare a un patto extragiudiziale, finora, si sono rivelati un fallimento. La priorità del Milan, però, è quella di risolvere il prima possibile questa pendenza. I rischi potenziali, infatti, sono molti.
Si va dalla prospettiva di essere costretti a reintegrare Fassone nell’organigramma societario, a quella di dover risarcire l’ex ad con una cifra altissima. Si attendono novità a breve, per comprendere come la società guidata da Gazidis possa risolvere questa patata bollente.
