Pioli: "Ibra sta bene, Piatek deve essere contento. Il Milan..."
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Direttore: Alessandro Plateroti

Milan, Pioli: “Ibrahimovic mi ha detto di star tranquillo. Voglio aprire un ciclo in rossonero. Piatek…”

Il tecnico del Milan, Stefano Pioli, ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato dell’arrivo di Ibrahimovic e dei propositi futuri.

Il 2019 è praticamente agli sgoccioli e Stefano Pioli è chiamato a guardare al 2020 con propositi importanti, per risollevare la difficile situazione del Milan. Al Corriere della Sera, le parole dell’allenatore emiliano.

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A tutto Ibra…

Il club rossonero ha appena regalato al tecnico rossonero Zlatan Ibrahimovic. Questo il pensiero di Pioli: “Ibra è un guerriero, un leader, un giocatore carismatico che ha grande senso della responsabilità e grande voglia di vincere. Sarà di stimolo per tutta la squadra, il suo apporto sarà fondamentale.
Essendo la squadra più giovane del campionato qualche limite a livello di cattiveria agonistica l’abbiamo riscontrato. Ibra è quel tipo di giocatore, di persona e di leader che potrà aiutarci a colmarlo. Ringrazio la proprietà. Gazidis, Maldini, Boban e Massara hanno lavorato tanto durante le feste.
L’ho sentito al telefono, è molto carico, non vede l’ora di allenarsi con noi, come io di averlo. Cosa mi ha detto? Gli ho dato il benvenuto, si è informato sulle condizioni della squadra, sui prossimi allenamenti, sulle prossime situazioni da affrontare. Mi ha detto: ‘mister stai tranquillo che sto bene
‘”.

Milan-Spal Stefano Pioli Roma-Milan
Stefano Pioli

Su Piatek

L’arrivo di Ibrahimovic potrebbe chiudere gli spazi a Piatek, ma Pioli è sicuro di una cosa: “Se giochi nel Milan e arriva un giocatore di qualità devi essere stimolato e contento: più sono e più si alzano le possibilità di vincere“.

Pioli-Milan a lungo…

Infine, Pioli guarda in avanti con una speranza: “Guidare il Milan a lungo termine? Sì, tanto. La mia esperienza più duratura è stato a Bologna due anni e mezzo. Mi piacerebbe allenare una squadra 4-5 anni, perché c’è tanto da creare come spirito, come cultura. Non si può fare a meno dei risultati, ma credo che la difficoltà maggiore sia la valutazione degli obiettivi a inizio anno: perché se pensi che la tua squadra sia meglio di quello che è, diventa difficile centrare gli obiettivi e di conseguenza tenere l’allenatore. L’allenatore fortunato è quello che va in una società che ha un giudizio realistico degli obiettivi della squadra“.

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ultimo aggiornamento: 31 Dicembre 2019 14:23

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