Come potrebbe giocare il Milan con Maurizio Sarri in panchina: modulo 4-3-3, interpreti chiave e la filosofia del Sarrismo.
Il Milan si prepara a vivere settimane decisive, non solo per concludere al meglio una stagione fatta di alti e bassi, ma anche per gettare le basi del futuro. Mentre la squadra si concentra sugli ultimi impegni ufficiali, la dirigenza è già al lavoro per costruire un nuovo ciclo. Il primo tassello? La scelta dell’allenatore. Tra i nomi sul tavolo, quello di Maurizio Sarri non passa inosservato. Dopo l’esperienza alla Lazio, il tecnico toscano è libero e pronto a rimettersi in gioco in una piazza ambiziosa. Ma come potrebbe plasmare il Milan secondo la sua visione?

La filosofia del Sarrismo e il modulo preferito
Maurizio Sarri è noto per una filosofia di gioco chiara e identitaria, ribattezzata Sarrismo: un calcio fatto di possesso palla, costruzione dal basso e trame veloci tra i reparti. Il suo modulo di riferimento è il 4-3-3, un sistema che prevede terzini alti, un regista davanti alla difesa e ali capaci di creare superiorità numerica nell’uno contro uno. La squadra, corta e compatta, agisce come un blocco unico, con pressing avanzato e linee vicine per limitare gli spazi agli avversari. Tuttavia, questo approccio richiede pazienza e tempo per essere assimilato: ogni movimento è frutto di meccanismi provati e riprovati in allenamento.
Gli interpreti ideali e il diktat da rilanciare
Analizzando l’attuale rosa del Milan, emergono profili perfetti per calarsi nel 4-3-3 di Sarri. Maignan sarebbe fondamentale per la sua abilità nel gioco coi piedi e nella gestione della difesa. Al centro, Tomori e Gabbia garantirebbero aggressività e attenzione, con Theo Hernandez e Jimenez pronti a spingere sulle fasce. A centrocampo, Reijnders potrebbe agire da regista, supportato da Fofana e Loftus-Cheek, già allenato da Sarri al Chelsea. Davanti, Leao e Pulisic sarebbero gli esterni ideali per attaccare l’uomo e creare pericoli, mentre Gimenez si candiderebbe come il centravanti adatto per legare il gioco e finalizzare.
Ma la vera sfida sarebbe rilanciare quel diktat estivo che già l’anno scorso la dirigenza rossonera aveva tracciato: un Milan offensivo, dominante, capace di imporre il proprio calcio in ogni stadio. Con Sarri in panchina, quel progetto potrebbe finalmente trovare la sua guida ideale. Ora resta da capire se il club affiderà davvero a lui le chiavi del futuro.