Jesus Suso ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport. Lo spagnolo ha parlato degli ultimi allenatori al Milan e ha svelato un retroscena.
Il calciatore rossonero Jesus Suso si è concesso ai microfoni di Sky Sport. Lo spagnolo ha toccato tanti temi, dall’attuale condizione personale ai tecnici che si sono susseguiti negli ultimi mesi. E anche sul mercato…
Suso sta bene al Milan
“Sto benissimo qui, la città mi piace. L’Italia è un paese molto simile alla Spagna, la storia del Milan ti spinge sempre a lottare. Il mio sogno è la Champions League. Ho 25 anni, ma non sono ancora riuscito a fare una partita in Champions. Una società come il Milan deve per forza partecipare. La gente chiede il massimo ai giocatori forti, sono d’accordo. Quest’anno devo fare molto meglio, è normale che per i giocatori importanti ci sia responsabilità. Non sono partito bene, non so quando ma tornerò al mio livello“.
Tra Gattuso, Giampaolo e Pioli
“Quando arrivò lui – ha detto Suso su Gattuso – partimmo subito forte, al primo allenamento facemmo scatti e pensai che la domenica non sarei stato in grado di calciare in porta. Invece ho trovato una persona con cui ho costruito uno splendido rapporto umano, anche oggi gli parlo spesso. Ti dice le cose in faccia, belle o brutte che siano. Mi è dispiaciuto per il suo addio. Giampaolo? Prima del Lecce eravamo a -4 dalla Champions, là vicino. Ciò che mi fa arrabbiare è che prima non vedevo una squadra. Non lo so, era strano. Con Pioli è diverso. Non lo conoscevo, quando è arrivato mi ha ricordato Gattuso. Gli piace parlare, ti chiede cosa pensi o come ti trovi. L’aspetto psicologico è importantissimo nel calcio di oggi“.
L’aneddoto di mercato
Infine, un retroscena di Suso: “Io avevo un procuratore che lavorava nella mia città e prima di andare a Liverpool c’era l’interesse del Real Madrid. Un giorno mi chiamò e mi disse che il Real voleva comprarmi e che aveva parlato con la mia società di allora (il Cadice, ndr) e avevano trovato l’accordo. Io avevo preso il primo aereo e avevo visto tutto, Valdebebas (centro sportivo del Real Madrid, ndr), la scuola, dove avrei dormito con i miei compagni. Ero ad un passo dall’andare, poi lo stesso giorno mi disse che c’era il Liverpool. In quell’epoca in Spagna era raro e strano vedere giocatori di 18-19 anni giocare nella Liga. In Inghilterra, invece, giocavano giocatori molto più giovani e diverse competizioni quali l’FA Cup, la Carling Cup. Siccome mi sarebbe piaciuto imparare l’inglese, ritenendolo importante per il futuro anche come cultura personale, scelsi il Liverpool…“.