Ferite sei persone vicino alla stazione Centrale di Milano accoltellate da un giovane straniero poi arrestato dalla polizia.
E’ stato arrestato il marocchino di 23 anni che ieri pomeriggio a Milano ha accoltellato sei persone nel corso di una serie di rapine vicino alla stazione Centrale. L’aggressore avrebbe ferito i passanti a pochi metri di distanza mentre camminavano in pieno giorno in una zona molto affollata del capoluogo lombardo.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, tutte le aggressioni sono state commesse dalla stessa persona. L’uomo avrebbe rapinato, intorno alle 17.40 nel sottopasso Mortirolo, una 39enne facendo uso di un coltello per rubarle il telefono cellulare. Poi si sarebbe spostato in via Gluck dove avrebbe rapinato un’altra donna – condotta poi in codice verde all’ospedale Fatebenefratelli per una ferita alla mano – sottraendole il telefono cellulare e la tessera Atm. Poco dopo un’altra rapina in via Sammartini e un’altra donna in codice giallo e poi in viale Brianza nei confronti di una ragazza.
L’autore delle violenze è in carcere a San Vittore
A soccorrere quest’ultima sono intervenute altre tre persone che hanno riportato diverse lesioni e sono state portate in ospedale due di queste in codice rosso. Uno si trova in gravi condizioni ma non sono in pericolo di vita. Ora il giovane autore delle violenze è stato portato nel carcere di San Vittore dopo essere stato bloccato dalla polizia.
Il giovane marocchino senza fissa dimora è stato trovato con addosso tre cellulari rubati e un portacarte oltre al coltellino multiuso ancora sporco di sangue usato per accoltellare le vittime. «Sconvolgente notizia dalla mia Milano, dove la zona della Stazione Centrale si conferma a grave rischio: solo l’eroico intervento di alcuni cittadini ha evitato un bilancio ancora più drammatico» ha commentato Salvini che si augura che «tutte le forze politiche vogliano affrontare con serietà il tema della sicurezza, molto spesso legata alla presenza di clandestini, soprattutto nelle periferie e vicino alle stazioni».