Tra i primi a denunciare, il famoso pubblicitario Massimo Guastini: “Una cosa raccapricciante”.
Recentemente sono state segnalate numerose denunce da parte di donne che hanno subito molestie in alcune agenzie pubblicitarie di Milano da parte di capi e colleghi. Massimo Guastini, noto pubblicitario, è stato uno dei primi a permettere di scoprire questa situazione. In un’intervista a Fanpage.it, Guastini ha riferito di un atteggiamento sistematico in diverse società che è stato presente per anni. Molte donne sono state vittime di violenze fisiche e psicologiche e oggetto di commenti sessisti in chat su Skype.
L’intervento di Massimo Guastini
“Questa denuncia” – afferma Guastini a Fanpage.it – “sta diventando corale ed è importante che parta e prenda corpo in un settore così avanzato, come quello della pubblicità, e in una città così moderna e progressista come Milano“.
Guastini sostiene di aver tentato fin dall’inizio, anche se timidamente, di raccontare tali storie. “A mio parere è emblematico che nasca nel settore della pubblicità. Il fatto che si verifichi in questo comparto e in una città così moderna come Milano, ci spinge a fare una riflessione che non può più essere rimandata: cosa capita nel resto d’Italia e quali orrori si consumano ogni giorno?“.
“È importante, per me” – aggiunge – “che questa denuncia stia diventando corale. Potrebbe essere la dimostrazione che esistano ancora anticorpi culturali. Vorrei che questa non fosse un’apocalisse, ma un nuovo inizio che parte da Milano perché, oltre a essere una città progressista, ha il coraggio di far uscire queste cose“.
Un atteggiamento comune a molte agenzie
Guastini racconta anche di alcuni episodi di cui è a conoscenza. “È emerso che in una nota agenzia ci fosse una chat denominata la ‘Chat degli 80’ in cui oltre ottanta uomini condividevano e commentavano fotografie di colleghe. E questo è accaduto in un’agenzia molto avanzata e nella Milano del ventunesimo secolo. Ma che cosa succede nel resto d’Italia?“
“La prima volta” – continua il pubblicitario – “che mi sono trovato ad affrontare una cosa simile è stato nel 2011: una mia stagista mi ha raccontato di aver subito molestie da un noto direttore creativo. Lei ne ha dovuto parlare oggi dopo ben dodici anni“. La ragazza “mi ha fatto vedere una chat su Skype che era del tutto inopportuna già solo per l’orario in cui era iniziata e cioè tra le 22 e le 23 di sera dell’8 gennaio 2011“.
“Non è normale che un uomo di cinquant’anni, pubblicitario e che si dà aria di un uomo autorevole, scriva a una ragazza di vent’anni che gli ha chiesto un consiglio sulla professione. E lo fa dopo averla tenuta chiusa in auto per due ore cercando di avere rapporti sessuali“, afferma Guastini.
Un fenomeno che esce solo ora
Fanpage.it ha chiesto a Guastini il perché nessuna azienda abbia affrontato la questione prima. “Probabilmente” – risponde il pubblicitario – perché prima una donna non poteva uscire allo scoperto perché sarebbe stata travolta e isolata, magari denigrata da molti maschi. Adesso tante donne lo hanno fatto con coraggio, facendo nomi e cognomi.
“Sono consapevole che molte persone che lavorano nel mio ambiente mi criticheranno perché ritengono che sia stato indelicato e indiretto. In questi dodici anni però ho provato a esserlo, ma purtroppo mantenere tatto e delicatezza in situazioni simili rischia di somigliare alla connivenza“, conclude Guastini.