La testimonianza di Antonio Scarongella e il decisivo intervento dei cani da soccorso nella scoperta del corpo di Giulia Cecchettin.
Antonio Scarongella, militare di 42 anni e volontario del Nucleo cinofilo da Soccorso Bios, sezione Ana di Pordenone, ha condiviso la sua toccante esperienza nel ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin. L’intervento, avvenuto in una zona boschiva vicino al lago di Barcis, ha visto la partecipazione attiva di Jagger, un cane di razza ‘Flat coated retriver’ di 4 anni. Quest’ultimo, distaccandosi dal suo conduttore Andrea Micconi, ha scoperto due sacchi neri incastrati tra le rocce, svelando una scena sconcertante: vestiti sporchi di sangue e una gamba di donna. Scarongella, confrontato con questa scena, ha espresso il suo sgomento e la speranza che il corpo non appartenesse a Giulia.
La scoperta tra emozione e dolorosa realizzazione
L’emozione di Scarongella è palpabile nelle sue parole. La scoperta gli ha ricordato sua figlia, anch’essa chiamata Giulia, e l’angosciante pensiero di una giovane donna abbandonata e senza aiuto. Segni di recente attività erano evidenti nella zona, con erba abbassata e foglie spostate, ma non vi erano chiare tracce di trascinamento. Il dolore e la sorpresa di tale scoperta sono stati un duro colpo per il team di volontari, ma hanno portato alla restituzione del corpo alla famiglia di Giulia.
Il decisivo contributo dei volontari e l’arresto dell’ex fidanzato
Sergio Manzon, referente del Nucleo cinofilo ‘Ana’, ha evidenziato la familiarità del team con la zona, spesso utilizzata per esercitazioni di ricerca. Non appena coinvolti nelle ricerche, il gruppo si è diviso per coprire aree difficilmente raggiungibili. La scoperta del corpo di Giulia, pur tragica, ha permesso di dare un nome alla sua scomparsa e di procedere con le indagini. A meno di 24 ore dal ritrovamento, Filippo Turetta, ex fidanzato di Giulia, è stato arrestato, indagato per l’omicidio della ragazza.
La storia di Giulia Cecchettin, terminata tragicamente, evidenzia l’importanza fondamentale dei volontari e dei cani da soccorso. Il loro intervento, sebbene in circostanze dolorose, è stato decisivo nel fornire risposte e giustizia per Giulia e la sua famiglia. La commozione e il senso di responsabilità dei volontari come Antonio Scarongella e il loro lavoro incessante rimangono un esempio dell’impegno e della dedizione nella ricerca di persone scomparse.