L’appello bipartisan dei sindaci di tutta Italia affinché Mario Draghi resti al governo.
La richiesta è partita dal sindaco di Firenze Nardella seguito dai sindaci di Venezia, Roma, Milano, Genova e Torino. Da esponenti del Pd a Forza Italia, l’appello al presidente del Consiglio affinché resti a Palazzo Chigi arriva da ogni parte. Questo appello arrivato da ogni fronte di schieramenti opposti ha molto colpito il premier Draghi che forse potrebbe ripensarci e restare al suo posto.
Non solo i sindaci ma anche categorie e associazioni hanno lanciato a Draghi la loro richiesta di non lasciare il governo. Il paese reale vuole Draghi a capo del governo così come il presidente della Repubblica e Bruxelles. Anche il premier olandese ha telefonato a Draghi per convincerlo a restare. Anche dall’Ucraina sono convinti che “solo con un leader come Draghi, noi vinceremo questa terribile guerra”. Ma per il momento ancora non c’è nessun cambiamento sostanziale che possa far ripensare a Draghi alle sue dimissioni.
Giorgia Meloni accusa i mille primi cittadini pro-Draghi
Istituzioni locali e imprenditori si stanno mobilitando per la permanenza del premier a Palazzo Chigi che ritiene tutte molto importanti ma serve una maggioranza di unità nazionale per poter proseguire. L’unico scenario che potrebbe cambiare le carte in tavola in queste 48 ore è proprio la deriva dello stesso partito dei 5 stelle, ovvero una nuova scissione che darebbe il sostegno al premier e consegnerebbe Conte all’opposizione.
L’appello dei sindaci non è stato accolto bene dalla leader di FdI Giorgia Meloni che accusa i primi cittadini mobilitati a sostegno del presidente del Consiglio che “usano, senza pudore, le istituzioni come sezioni di partito. Ma sono oltre mille i sindaci che hanno firmato la lettera e molti, come ha fatto notare il sindaco fiorentino Nardella, sono del centrodestra. Ma Meloni continua dicendo che “La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura”.