Fassino condanna le minacce contro la figlia di Giorgia Meloni: l’appello – sia a destra che a sinistra – contro l’odio e la radicalizzazione.
Di parole d’odio ne è esperto purtroppo anche Piero Fassino, a cui in passato è stato detto che “ad ammazzarlo non si fa peccato”. Partendo da questa consapevolezza, il deputato del Partito Democratico, intervista a Il Tempo, interviene duramente contro il post indirizzato a Ginevra Meloni, figlia della presidente del Consiglio, e invita tutte le forze politiche a un ritorno al confronto civile.

Gaza, le critiche contro Netanyahu e le manifestazioni
Parlando del conflitto a Gaza, Piero Fassino ha espresso una posizione netta contro ogni forma di radicalizzazione. Ha criticato duramente la politica del premier israeliano Netanyahu, dicendo che “ha trasformato il diritto di Israele a difendersi in una punizione collettiva dell’intera popolazione di Gaza“. Tuttavia, ha anche messo in guardia contro il rischio di scivolare in un’ideologia antisemita.
Commentando le manifestazioni per Gaza, ha auspicato che non diventino “l’ennesimo teatro di scontri“, perché “se ti batti perché cessi la violenza non puoi utilizzare metodi violenti“. Ha ricordato che “solo frange estreme e minoritarie simpatizzano per Hamas“, mentre la maggior parte dei manifestanti “lo fa con sentimenti veri e sinceri“.
Fassino condanna le minacce contro la figlia di Giorgia Meloni
Piero Fassino, durante l’intervista a Il Tempo, ha condannato con decisione il post rivolto alla figlia di Giorgia Meloni, in cui si augura alla bambina di subire lo stesso destino di Martina Carbonaro, la giovane uccisa ad Afragola.
“Non si può giustificare in alcuno modo il ricorso a parole di odio e istigazione alla violenza“, ha affermato, aggiungendo che “in questo modo si avvelena una società, la si incattivisce“. Per il deputato dem, è essenziale “mantenere un clima civile nelle relazioni“.
Questo, secondo il deputato, vale tanto per la destra quanto per la sinistra. “Una società cattiva ha meno rispetto per tutti”, ha concluso, ribadendo il diritto di ciascuno a sostenere le proprie convinzioni senza cedere alla rissa o alla propaganda violenta.