Guai per la ministra del Lavoro Calderone e suo marito per presunte irregolarità di conti. Indaga la Corte dei Conti.
Dopo le dimissioni della sottosegretaria Montaruli condannata per peculato dopo gli illeciti commessi alla Regione Piemonte, arriva un nuovo caso nel governo Meloni. Questa volta è coinvolta una ministra. La ministra del Lavoro Marina Calderone e suo marito Rosario De Luca sono indagati dalla Guardia di Finanza per presunte irregolarità relative alla gestione dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di cui Calderone è stata presidente per 18 anni a cui le è subentrato suo marito.
A conferma delle indiscrezioni arrivano diverse denunce, portate all’attenzione dei magistrati contabili sui conflitti di interessi e i frazionamenti fittizi raccontati dai dipendenti a scapito dei lavoratori stessi. Questa vicenda lancia una spia anche sugli sprechi di denaro fatti con le risorse dei 26mila iscritti del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro.
I conflitti di interesse della ministra
Le carte parlano di “gestione privata di una cosa pubblica”, di un “uso sregolato di fondi tra sprechi e regali”, di dipendenti vessati a fronte di grandi prodigalità riservate ad amici e parenti messi “a libro paga dell’ente”. Sono arrivate anche le denunce degli ex dipendenti che sarebbero aumentate le irregolarità da quando il marito della ministra è diventato presidente.
“La gestione dei rimborsi spese, compresi i pranzi privati del presidente con la moglie ministra non ha più regole e il Consiglio nazionale sembra diventato un bancomat per spese istituzionali” scrive il Fatto Quotidiano. “Un sistema di governance oligarchico che determina ogni tipo di scelta per sostenere spese ingiustificate, anche per parenti di ogni tipo e grado che operano all’interno della Fondazione Studi, di fatto bloccando il sistema democratico dell’istituzione, a scapito della dignità di tanti altri professionisti”.