Stadi aperti, il monito dal Cts: ‘Una follia pensare di riempire gli spalti’

Stadi aperti, il monito dal Cts: ‘Una follia pensare di riempire gli spalti’

Miozzo, coordinatore del Cts, parla della riapertura degli stadi: “Vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso”.

Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera, Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, ha fatto il punto sulla riapertura degli stadi lanciando un allarme che difficilmente il governo potrà continuare a ignorare. O che comunque il ministro Speranza dovrà portare all’attenzione del Presidente del Consiglio e degli altri ministri.

Riapertura degli stadi, Miozzo, Cts: “In questo momento abbiamo altre priorità”

“A chi preme per riaprire gli stadi vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso. In questo momento abbiamo altre priorità, pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia”, ha ricordato Miozzo facendo riferimento a uno degli eventi che ha contribuito alla diffusione incontrollata del coronavirus.

Miozzo ha evidenziato tre criticità legate alla riapertura degli stadi.

Il primo è la vicinanza tra le persone, il momento in cui si esulta, quello in cui si protesta. Poi ci sono gli ingressi, quando ci si accalca alle biglietterie e ai varchi di accesso, e il deflusso. Aprire con più di mille spettatori è in questo particolare momento impensabile, il mondo del calcio è troppo importante per il nostro Paese, in previsione di una graduale apertura sarà necessario verificare gli effetti che questi eventi possono causare sulla curva e su quel maledetto indice di trasmissione Rt che a noi preme mantenere sotto controllo“.

Stadio San Paolo

Gli stadi chiusi e il danno economico

È inevitabile non valutare il fattore economico. Gli stadi chiusi rappresentano un freno importante a un settore trainante.

Il mio è un discorso da tecnico della Salute e di Protezione civile, poi deve essere la politica a decidere. Io posso dire che l’indicazione di non far svolgere gli eventi sportivi ha avuto, per noi, lo stesso effetto del divieto per i funerali perché si privano i cittadini di momenti importanti per la nostra vita, celebrare momenti di gioia o di dolore. Ora però dobbiamo occuparci di altri aspetti fondamentali per la comunità e la priorità assoluta, quantomeno per noi tecnici, è la scuola“.