Il missile Jericho, l’arma nucleare avanzata di Israele. Analisi della sua storia, capacità e ruolo chiave nella difesa nazionale.
Con le crescenti tensioni tra Israele e Palestina, l’attenzione si è rivolta al potente sistema missilistico di Israele, il Jericho. Questo missile, sviluppato fin dagli anni ’60, ha una storia affascinante e una capacità distruttiva significativa. Il nome “Jericho” evoca immagini della storica distruzione della città di Gerico. Il missile ha subito diversi aggiornamenti nel corso degli anni, con l’ultimo modello testato nel 2008 che vanta una portata impressionante di 4.800-6.500 chilometri e può trasportare un carico utile di 1.300 chilogrammi.
Origini e sviluppo
Recentemente, a seguito dell’escalation causata dall’attacco di Hamas, ci sono state voci di un possibile utilizzo del Jericho. Tally Gotliv, avvocato e membro della Knesset per il Likud, ha suggerito l’uso del sistema missilistico nucleare come alternativa a un’invasione terrestre. Tuttavia, l’uso di armi nucleari in scenari così ristretti è altamente controverso e potenzialmente pericoloso.
L’evoluzione del missile
Nel corso degli anni, il Jericho ha visto diverse versioni. Il Jericho-1, introdotto negli anni ’90, pesava 6,5 tonnellate e aveva una lunghezza di 13,4 metri con un’autonomia di 500 chilometri e poteva trasportare 1.000 chilogrammi di carico utile. Il Jericho-2, sviluppato tra gli anni ’70 e ’80, aveva una lunghezza di 15 metri e, nonostante le sue dimensioni maggiori, il carico utile rimaneva invariato con una portata di 1.500-3.500 chilometri. L’ultimo modello, il Jericho-3, testato nel 2008 e messo in servizio nel 2011, ha visto significative migliorie con una lunghezza maggiore, un diametro di 1,56 metri e una testata pesante circa 750 chilogrammi con una portata di 4.800-6.500 chilometri.
Il missile Jericho rappresenta una componente fondamentale dell’arsenale di difesa di Israele. Con la sua lunga storia e le sue capacità avanzate, rimane un elemento chiave nella strategia di difesa della nazione.
