Il presidente dell’azienda per la cui gestione sta venendo indagata Daniela Santanchè si è sparato in testa questo fine settimana.
Luca Giuseppe Reale Ruffino si è sparato in testa questo weekend, lasciando messaggi molto espliciti a chi gli voleva bene. Il presidente di Visibilia ha chiesto di essere dimenticato e si è scusato per il suo gesto con la compagna, i due figli, i dipendenti ed i condomini delle palazzine che amministrava. Il motivo dell’estremo gesto del dirigente, però, resta ancora ignoto.
Alcune voci parlano di problemi di salute ma, nelle ultime ore, un terribile presentimento sta diventando sempre più plausibile: il suicidio di Ruffino potrebbe essere stato legato a motivazioni imprenditoriali. Il presidente di Visibilia, infatti, aveva disposto l’acquisto di oltre 40 mila azioni della sua stessa azienda poco prima di morire.
Il manager possedeva già la quota di maggioranza
A rivelare l’acquisizione delle quote da parte di Visibilia sono le colonne de Il Fatto Quotidiano. Gli acquisti delle azioni risalgono ai primi giorni di agosto e non è chiaro se sia stato lui in prima persona a farli o se abbia delegato qualcuno. Queste acquisizioni lo avrebbero portato sopra al 50% delle quote aziendali.
Ma perchè Ruffino avrebbe dovuto aumentare ulteriormente il suo potere, già pressochè assoluto, sull’azienda una volta in mano a Daniela Santanchè? L’ipotesi più probabile è quella secondo cui il dirigente fosse fermamente convinto di un rilancio di Visibilia. E perchè si sarebbe ucciso allora? Il suo suicidio, infatti, ha fatto crollare la sua stessa azienda in borsa, ora capitalizzata ad appena 3 milioni di euro.
