Arrivano diverse novità per quel che riguarda il rimborso del 730 per l’anno 2025: tutto quello che c’è da sapere.
Il modello 730 precompilato contiene già tante informazioni, tra le quali possiamo annoverare i redditi da lavoro, le spese sanitarie, scolastiche e altri oneri deducibili o detraibili. A partire dal 15 maggio 2025, inoltre, sarà possibile apportare modifiche e/o integrare i dati mancanti prima dell’invio definitivo. Ci sono, inoltre, delle novità in merito alla procedura di rimborso: ecco cosa c’è da sapere.
Novità 730: cosa cambia in relazione al rimborso
Un aspetto particolarmente importante, da tenere in considerazione, per quel che concerne il 730 2025, riguarda i rimborsi IRPEF.
L’obiettivo principale di molti contribuenti, infatti, è quello di ottenere in tempi brevi quanto spettante. Il rimborso, infatti, è erogato direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione, a seconda della categoria di appartenenza del contribuente.

Per chi trasmette il 730 entro il 20 giugno 2025, il rimborso potrà arrivare già nel mese di luglio, grazie al fatto che i datori di lavoro riceveranno i prospetti di liquidazione entro metà giugno: in questo modo, dunque, potranno subito procedere all’erogazione. Quindi, presentare la dichiarazione tempestivamente, permette di ricevere prima il rimborso.
Dichiarazione presentata da luglio ad ottobre: tempistiche dei rimborsi
Se il 730 è inviato tra il 16 luglio e il 31 agosto, il rimborso arriverà entro il 15 settembre; per le dichiarazioni inviate dal 1° settembre al 2 ottobre, l’accredito della somma spettante è previsto entro il 2 ottobre. In entrambi i casi, il versamento sarà effettuato con il primo stipendio utile del mese successivo alla ricezione del prospetto di liquidazione.
Per i pensionati, invece, le tempistiche si allungano anche se di poco: se la dichiarazione è trasmessa entro il 20 giugno, il rimborso sarà disponibile da agosto.
In caso di debito IRPEF, il contribuente potrà optare per il pagamento in un’unica soluzione o in rate mensili: da luglio a novembre per i lavoratori, da agosto per i pensionati. Se l’importo da restituire, infine, supera i 4.000 euro, potrebbero scattare controlli da parte dell’Agenzia.