Capo Verde centra una storica qualificazione ai Mondiali 2026, superando il Camerun nel girone D africano.
Quando una nazione di appena mezzo milione di abitanti si qualifica per la prima volta ai Mondiali di calcio, il mondo si ferma ad ascoltare. Capo Verde ha scritto una delle pagine più emozionanti della storia dello sport, conquistando l’accesso ai Mondiali 2026 dopo aver dominato il Gruppo D delle qualificazioni africane, chiudendo davanti a giganti come il Camerun.
Allenata da Pedro Leitao Brito, conosciuto come Bubista, la nazionale capoverdiana ha avuto la meglio nell’ultima partita contro Eswatini, vinta 3‑0 con i gol di Dailon Livramento, Willy Semedo e Stopira. Una prestazione impeccabile che ha trasformato l’arcipelago africano in un’unica, enorme festa nazionale.

Un percorso di crescita continuo
Il successo di Capo Verde non è frutto del caso. Dopo il pareggio in Libia che aveva momentaneamente rallentato il cammino, la squadra ha reagito con determinazione e ha ottenuto vittorie decisive, tra cui lo scontro diretto vinto contro il Camerun. Questa impresa è il risultato di anni di investimenti nella formazione, nella valorizzazione dei giocatori della diaspora e nella creazione di un gruppo unito e determinato.
Molti calciatori militano in club europei e portano con sé esperienze internazionali. Tra questi spicca Livramento, ex Hellas Verona, oggi al Casa Pia in Portogallo, autore del primo gol contro Eswatini.
Un traguardo storico per il popolo capoverdiano
Con questa qualificazione, Capo Verde diventa il Paese più piccolo per superficie geografica ad aver mai partecipato a un Mondiale e il secondo più piccolo per popolazione dopo l’Islanda.
Il traguardo assume un valore ancora più profondo per un popolo che finora era noto per le sue spiagge, la cultura creola e la storia coloniale, ma non per il calcio. Ora il Paese è entrato nell’élite mondiale del pallone, dimostrando che anche le realtà più piccole possono sognare – e vincere.