Continua il mistero attorno alla morte di Alex Marangon: la denuncia dei genitori e le nuove macchie su un’auto mai sequestrata.
Un caso ancora irrisolto, quello legato alla morte di Alex Marangon, il ragazzo veneziano trovato senza vita su un isolotto del Piave, dopo avere partecipato a un rito sciamanico, lo scorso 2 luglio. Il 25enne era sparito la notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi e ancora oggi non è chiaro cosa sia realmente accaduto e cosa abbia portato alla sua dipartita. Nelle ultime ore sarebbe spuntata un nuovo dettaglio legato a delle macchie, forse di sangue, rinvenute su un’auto mai sequestrata dalle autorità.
Morte Alex Marangon: le nuove macchie
Tre mesi, circa 90 giorni e nessun colpevole: questa la situazione legata alla morte di Alex Marangon che ancora oggi resta un caso. Il fascicolo delle indagini è aperto e stando a quanto si apprende da La Stampa, citata anche da Il Messaggero, adesso spunterebbe un nuovo elemento: le macchie, forse di sangue, individuate sui sedili posteriori dell’auto del 25enne. Gli inquirenti sono stati avvisati dai genitori del ragazzo. La vettura non sarebbe mai stata sequestrata e quindi analizzata.
Il giovane, scomparso nella notte tra il 29 e il 30 giugno, e altre persone avevano preso parte ad un rito sciamanico. I presenti avevano spiegato di aver visto Marangon correre all’esterno dell’abbazia dove si tenne il rituale, di notte, in preda ad una crisi.
In quella occasione, il ragazzo avrebbe consumato l’ayahuasca, un decotto psichedelico a base di piante amazzoniche, capace di causare degli effetti stupefacenti. Nel sangue del ragazzo sono state individuate tracce di questa sostanza anche se si attendono ancora gli esiti ufficiali e definitivi.
La denuncia dei genitori
Ma proprio sulla vicenda ci sono troppi punti ancora da chiarire e per tale ragione i genitori di Alex non si sono ancora arresi. In questo senso, come riportato da La Stampa, è arrivata la loro denuncia: “Non è stato sequestrato praticamente nulla. Il giorno stesso della sparizione di Alex, in quella abbazia è stato celebrato un matrimonio. Vogliamo soltanto sapere chi ha ucciso nostro figlio”, le loro parole.