L’accusa per gli otto operatori sanitari rinviati a giudizio per la morte di Maradona è quella di omicidio colposo.
El Pibe de Oro, el Diez, la Mano de Dios. Questi sono solo alcuni dei tantissimi soprannomi dedicati a quello che probabilmente è il più grande calciatore della storia. Parliamo di Diego Armando Maradona. La sua morte ha scosso irrimediabilmente il mondo del calcio, e la sua vita ha cambiato tale mondo per sempre. L’impatto del barrilete cosmico sulla vita di moltissimi uomini e donne che hanno potuto ammirare le sue giocate è significativo. E la sua dipartita non ha smesso di far discutere, in patria e nel mondo intero.
La vita di Diego Maradona
Il giocatore più forte di tutti i tempi, secondo moltissimi appassionati di calcio, ha avuto una vita estremamente piena, tra alti e bassi. Tra eccessi di talento ed estro sul campo, fino ad eccessi di divertimento sfrenato fuori dal campo, i problemi con la droga di Maradona hanno infangato il nome del Pibe de Oro. Secondo alcuni, le sue giocate erano dovute ai suoi vizi. Eppure, negare il talento cristallino di Maradona e il suo impatto sociale, specialmente considerando i due Scudetti vinti a Napoli, sarebbe fare un torto alla memoria del Diez.
La morte del Pibe de Oro
I pm che indagano sulla dipartita del più grande giocatore della storia hanno chiesto il rinvio a giudizio per otto operatori sanitari. L’accusa? Omicidio colposo. Questo è quanto trapelato dai media argentini. Tra gli operatori sanitari indagati per omicidio colposo, c’è anche il neurochirurgo, nonché medico di famiglia, Leopoldo Luque, oltre alla psichiatra Agustina Cosachov. Stando ai pm, che hanno chiesto l’arresto per gli otto indagati, le “omissioni e i maltrattamenti” che hanno posto Maradona in una “situazione di impotenza, abbandonandolo al suo destino” nel quadro di un “oltraggioso ricovero domiciliare”.