Addio a Giovanni Cucchi, padre di Stefano e Ilaria. Malato da tempo, è morto a Roma a 77 anni. Tutti i dettagli.
La notizia della morte di Giovanni Cucchi, padre di Stefano e della senatrice Ilaria Cucchi, è arrivata attraverso un post commosso pubblicato da Fabio Anselmo, compagno della senatrice. Giovanni, 77 anni, era malato da tempo e le sue condizioni si erano aggravate dopo la perdita della moglie, Rita Calore, avvenuta tre anni fa.

Una famiglia distrutta dal dolore, ma mai assente
Fabio Anselmo ha ricordato con parole intense l’impegno di Giovanni nella ricerca della verità: “Ci sono parole che non si dimenticano che restano incise anche quando le voci che le hanno pronunciate si spengono. Da oggi purtroppo Giovanni Cucchi, padre di Stefano, non c’è più”.
Per anni, la famiglia è stata bersaglio di accuse infondate: “Molti – troppi – hanno scritto e detto che a Giovanni non fregava nulla di suo figlio, che lo avesse abbandonato, che Stefano fosse solo. Lo hanno fatto per anni, per giustificare l’ingiustificabile, per infangare una famiglia già distrutta dal dolore”.
Ma in aula, durante il processo per la morte di Stefano, Giovanni ha letto una lettera che il figlio gli aveva scritto nel 2006, due anni prima di morire: “Caro papà, ti sto scrivendo sul treno, quel treno che tante volte ho preso per la disperazione e non mi portava mai a destinazione. Beh, adesso questo treno mi porta da te, forse la persona più importante della mia vita”.
La forza di un padre, la voce di un figlio
Stefano nella lettera parlava con affetto ritrovato: “Dopo tante battaglie e scontri, finalmente ci siamo ritrovati, io con una nuova e inaspettata voglia di vivere […] Tu che sei così grande, un costante punto di riferimento, un uomo che forse non ha mai smesso di credere in me, forse l’unico”.
Anselmo ha sottolineato il peso emotivo di quella testimonianza: “Giovanni, mentre leggeva davanti alla Corte quelle righe, tremava. La voce si spezzava, ma non si fermava”. Quelle parole hanno avuto la forza di demolire anni di accuse e falsità: “Quelle parole – semplici, umane, limpide – hanno distrutto anni di odio, menzogne e depistaggi”.
Conclude così: “Giovanni, con la tua voce hai dato voce a tuo figlio. Grazie per la tua forza”. Un addio commosso a un uomo che ha lottato non solo per un figlio, ma per la verità.