Lutto nello sport: è morto Nino Benvenuti, oro olimpico e campione mondiale di pugilato. Ecco perché il suo nome resterà per sempre nella storia.
Mentre i riflettori erano puntati sull’assenza di Andrea Sempio a Pavia, l’Italia intera è stata scossa da un doloroso lutto: è morto Nino Benvenuti, uno dei più grandi sportivi che il nostro Paese abbia mai conosciuto. A 87 anni si è spento il pugile che conquistò l’oro olimpico a Roma nel 1960 e scrisse pagine indimenticabili nella storia del pugilato mondiale.

Dall’oro olimpico ai trionfi mondiali: addio a Nino Benvenuti
La carriera di Nino Benvenuti, come riportato da Gazzetta.it, fu costellata di successi straordinari, a partire dalla medaglia d’oro vinta nei pesi welter durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Quel trionfo segnò l’inizio di un percorso leggendario, fatto di tecnica raffinata e determinazione incrollabile.
Tra il 1965 e il 1966 fu campione mondiale dei pesi superwelter. Per poi diventare campione europeo dei pesi medi tra il 1965 e il 1967. Ma fu tra il 1967 e il 1970 che raggiunse l’apice, quando conquistò e difese il titolo mondiale dei pesi medi, entrando nell’élite della boxe mondiale. La sua carriera fu un susseguirsi di affermazioni che contribuirono a fare di lui una leggenda dello sport italiano.
La trilogia con Emile Griffith e il match con Monzon
Tra i momenti più celebri della carriera di Nino Benvenuti spicca la trilogia con Emile Griffith, una delle rivalità più intense e seguite del pugilato. Il primo incontro, che gli valse la conquista del titolo mondiale dei medi, fu premiato come “Fight of the Year” nel 1967, riconoscimento che sottolinea l’eccezionalità della prestazione e dell’evento. Tre anni più tardi, nel 1970, il campione affrontò l’argentino Carlos Monzon. Nonostante la sconfitta, l’incontro fu premiato anch’esso come “Fight of the Year“.