Il vescovo Richard Williamson si è spento ieri sera a Londra: scomunicato due volte per aver imbarazzato la chiesa.
E’ morto nella serata di ieri, mercoledì 29 gennaio, alle ore 23:23 (ora di Londra), monsignor Richard Williamson, una delle figure più controverse e discusse del mondo cattolico tradizionalista. Williamson, ribadiva con fermezza il suo appello a custodire la tradizione e a respingere ogni compromesso con la modernità.
E’ morto monsignor Richard Williamson, aveva 84 anni
La vita di Richard Williamson è stata segnata da una serie di scomuniche e controversie che hanno scosso il mondo ecclesiastico. Il vescovo, noto per le sue posizioni critiche e spesso radicali, ha avuto una carriera tormentata, tra espulsioni, dichiarazioni shock e atti di disobbedienza al Vaticano.
Nato in Inghilterra, Williamson ha iniziato il suo percorso religioso nell’anglicanesimo prima di convertirsi al cattolicesimo e diventare una figura chiave della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Tuttavia, il suo rapporto con la Chiesa è stato caratterizzato da forti contrasti, culminati in una serie di provvedimenti disciplinari.
La prima scomunica e il reintegro con Papa Benedetto XVI
Nel 1988, Williamson venne scomunicato insieme ad altri vescovi per aver ricevuto un’ordinazione episcopale illecita da Monsignor Marcel Lefebvre, in aperto contrasto con le disposizioni papali.
La decisione venne presa dal Cardinale Bernardin Gantin, allora prefetto della Congregazione per i Vescovi, che aveva avvertito Williamson che la consacrazione sarebbe stata considerata un atto di disobbedienza pontificia con conseguente scomunica immediata.
Dopo oltre vent’anni, il 21 gennaio 2009, Papa Benedetto XVI decise di revocare la scomunica tramite la Congregazione per i Vescovi, nel tentativo di ricucire il rapporto con la Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Tuttavia, la decisione suscitò polemiche, specialmente a causa di una dichiarazione shock rilasciata da Williamson poco prima della remissione della scomunica.
Le dichiarazioni negazioniste e la nuova scomunica
Durante un’intervista alla televisione svedese, Williamson affermò che nei campi di concentramento nazisti non furono utilizzate camere a gas per sterminare gli ebrei. La dichiarazione suscitò un’ondata di indignazione a livello internazionale e spinse il Vaticano a prendere nuovamente le distanze dal vescovo.
Nel 2015, Williamson venne nuovamente scomunicato per aver ordinato vescovi senza il permesso papale, un atto considerato illecito dal diritto canonico. Questo evento segnò definitivamente la sua rottura con la Chiesa cattolica ufficiale.
L’espulsione dall’Argentina e le conseguenze legali
Dopo lo scandalo mediatico del 2009, Williamson perse il suo incarico di direttore del seminario a La Reja, nella provincia di Buenos Aires.
In seguito, venne avviata una causa penale contro di lui con l’accusa di “apologia del crimine”, un reato previsto dal codice argentino. Come pena accessoria, il governo argentino accolse la richiesta di dichiararlo “persona non grata” ed emise un decreto di espulsione immediata e non revocabile.
Dalla letteratura a Cambridge alla vocazione religiosa
Prima di diventare un personaggio controverso, Williamson ebbe un percorso accademico brillante. Laureato in letteratura presso l’Università di Cambridge, inizialmente si dedicò all’insegnamento del francese in Ghana, dove conobbe personalità di spicco come Albert Schweitzer e Malcolm Muggeridge.
Fu proprio durante queste esperienze che maturò la sua vocazione religiosa, passando dall’anglicanesimo al cattolicesimo e decidendo di entrare nel Seminario Internazionale di San Pio X a Écône, in Svizzera.Nel 1976 venne ordinato presbitero da Monsignor Lefebvre e iniziò la sua carriera come professore presso il seminario tedesco di Zaitzkofen, per poi essere trasferito a Écône due anni dopo.