Malumore su Di Maio nel Movimento 5 Stelle, il leader rischia di essere sfiduciato dalla sua stessa forza politica. L’alleanza con il Pd potrebbe portare a una frattura.
Nel Movimento 5 Stelle serpeggia un malumore latente nei confronti di Luigi Di Maio. Tutti hanno un buon motivo per criticare il leader, che in effetti non sta brillando nella gestione della crisi di governo.
Crisi di governo, nel Movimento 5 Stelle c’è malumore su Di Maio
La posizione del numero uno dei Cinque Stelle nei confronti di Nicola Zingaretti è tutt’altro che chiara e la sensazione è che Di Maio stia giocando al rialzo per mantenere e se possibile rafforzare il suo ruolo di leader all’interno del Movimento. Vuole superare la crisi indenne, come se nulla fosse successo.
Giuseppe Conte premier e lui vicepremier. E se il Segretario del Pd non vuole la poltrona lasciata vuota da Salvini sono affari suoi. Ridotto ai minimi termini il discorso di Di Maio sembra questo. Almeno queste erano le speranze al momento dell’inizio della complessa trattativa con i dem.
Sono scontenti quelli che voglio l’alleanza con il Pd
I giochi di potere e i temporeggiamenti di Di Maio scontentano ovviamente l’ala del MoVimento che vede di buon occhio l’alleanza con il Pd per disinnescare definitivamente Matteo Salvini. Questa fazione ha la sensazione che con i dem si possa lavorare bene sul piano sociale e cancellare qualche storpiatura leghista come ad esempio alcuni punti del decreto Sicurezza bis.
Ma sono scontenti anche quelli che l’alleanza con il Pd non la vogliono
Ovviamente sono scontenti anche i penntastellati che l’accordo con il Pd non lo vogliono. Di Maio si è scoperto e le foto dei tavoli di lavoro testimoniano l’impegno dei Cinque Stelle per trovare un accordo con il Partito democratico, che fino al mese scorso era il nemico pubblico numero uno.
Di Maio, leadership a rischio
Il malumore del Movimento 5 Stelle su Luigi Di Maio potrebbe aprire una lotta intestina che potrebbe vedere la sconfitta del leader, da tempo sfiduciato da una parte del MoVimento, quella ortodossa, che continua a guardare a Roberto Fico e Alessandro Di Battista come possibili guide della nuova era dei Cinque Stelle.
