Mutui 2024: zero crescita dei prestiti, ma previsto rimbalzo per il prossimo biennio

Mutui 2024: zero crescita dei prestiti, ma previsto rimbalzo per il prossimo biennio

Nel 2024, il mercato dei mutui stagnano a causa dei tassi d’interesse elevati. Previsto rimbalzo significativo nel 2025 e 2026.

Nel 2024, il mercato dei mutui in Europa mostra segnali di stagnazione, con una crescita pressoché nulla dei prestiti immobiliari. Questo rallentamento è attribuibile all’impennata dei tassi d’interesse degli ultimi due anni. Tuttavia, le previsioni indicano un potenziale rimbalzo significativo a partire dal prossimo anno, con un aumento previsto della domanda di mutui.

Verso una crescita zero dei mutui

Come riportato da Skytg24, il Financial Times, basandosi su un’analisi di EY e sui dati dell’Autorità bancaria europea, riporta che nel 2024 la crescita dei mutui ipotecari sarà praticamente nulla. Questo andamento negativo è il risultato dell’aumento dei tassi d’interesse che ha frenato l’interesse degli acquirenti. Attualmente, la crescita dei prestiti per l’acquisto di casa è pari a soli +0,2%, un livello che non si vedeva dal 2014.

Il cambio di rotta e le proiezioni future

La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente ridotto il tasso d’interesse dal 4% al 3,75%, in risposta al raffreddamento dell’inflazione. Questo potrebbe indicare un’inversione di tendenza per il mercato dei mutui. Le previsioni suggeriscono un recupero della domanda di prestiti per la casa con una crescita stimata del 3,1% nel 2025 e del 4,2% nel 2026. Questo rimbalzo è previsto grazie alla diminuzione dell’inflazione e all’aumento del potere d’acquisto delle famiglie.

Impatto e prospettive per il settore

Non solo i mutui, ma anche altri settori dei prestiti stanno vivendo cambiamenti. La crescita dei prestiti alle imprese è prevista in aumento a partire dal 2026, mentre il credito al consumo vedrà un’espansione simile. Tuttavia, è previsto anche un incremento dei prestiti in sofferenza, che potrebbe salire dal 2% al 2,3% nei prossimi due anni. Questo, pur restando ben al di sotto dei picchi del 2013, potrebbe influenzare la stabilità del settore bancario.