Dopo la riunione del Consiglio direttivo, la Bce annuncia un rialzo dei tassi d’interesse che inciderranno sui mutui.
La Bce, dopo la riunione del Consiglio direttivo, ha annunciato di aver alzato i tassi d’interesse di 0,75 punti percentuali, che potrebbero tradursi in aumento dei mutui. Il tasso principale sale al 2%, quello sui depositi all’1,5% e quello sui prestiti marginali al 2,25%. In previsione ulteriori aumenti nel prossimo futuro, anche in vista di una crescita imprevedibile del tasso d’inflazione.
I rincari sui mutui
L’aumento dei tassi d’interesse potrebbe significare un aumento nei prossimi mesi per le rate dei mutui variabili. Per gli italiani potrebbero esserci rincari fino a 50 euro al mese e un aggravamento complessivo di 150 euro da inizio anno. Bisognerà comunque aspettare le decisioni dell’Euribor perché, come spiega Facile.it, “se l’indice cambia sulle base delle aspettative dei tassi Bce, non è detto che lo faccia in misura uguale ai tassi della Banca centrale”.
Da tener conto anche che l’impatto “sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare; più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto sulle rate”.
Quindi, se l’Euribor aumenterà in misura uguale ai tassi della Bce, un mutuatario che ha sottoscritto un finanziamento variabile a gennaio 2022 si troverà a pagare nei prossimi mesi una rata di 50 euro in più rispetto ad oggi e 150 euro in più da inizio anno. Se si guarda invece ai Futures sugli Euribor, emerge un possibile aumento ancor più consistente con un indice entro fine anno del 2,24%: in questo caso, la rata del mutuo salirebbe di 174 euro in più rispetto a inizio anno.
Inflazione in aumento
L’inflazione a settembre ha toccato un tasso del 9,9% e il futuro è ancora incerto ad oggi. La Bce spiega: “Negli ultimi mesi, l’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, le strozzature dell’offerta e la ripresa della domanda dopo la pandemia hanno determinato un ampliamento delle pressioni sui prezzi e un aumento dell’inflazione”.
Così il Consiglio direttivo mira a ridurre il sostegno alla domanda e a prevenire il rischio di un ulteriore crescente aumento delle aspettative di inflazione. Inoltre, la Bce ha deciso di rivedere le condizioni dei maxi rifinanziamenti a lungo termine: “Alla luce dell’aumento inatteso ed eccezionale dell’inflazione, lo strumento deve essere ricalibrato per assicurare che sia coerente con il più ampio processo di normalizzazione della politica monetaria e rafforzi la trasmissione degli incrementi dei tassi di riferimento alle condizioni di concessione del credito bancario”.