Il mutuo con tasso variabile sta subendo l’effetto degli aumenti a causa dell’andamento negativo dell’economia.
Come ben sappiamo a livello internazionale stiamo affrontando un periodo di grande incertezza a livello economico a causa di alcuni recenti avvenimenti che hanno influenzato negativamente l’andamento generale dell’economia. Prima la pandemia nel 2020, poi la crisi idrica all’inizio del 2022 e lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina il 24 febbraio dello scorso anno. Tutti questi avvenimenti hanno fatto lievitare il costo della vita: dalle bollette alla spesa, fino al carburante. Ad oggi tutto costa di più. Lo stesso discorso vale per le tasse del mutuo, che ha subito degli aumenti a causa dell’andamento negativo dell’economia.
La Bce infatti ha aumentato di altri 50 centesimi il costo del denaro, rendendo la situazione più complicata a tutti coloro che stanno pagando un mutuo con tasso variabile. Questa situazione potrebbe avere delle conseguenze molto negative anche sul mercato immobiliare.
Secondo l’Euribor, il parametro che indicizza il costo dei mutui variabili all’inizio della settimana si è giunti a toccare una soglia del 2,92%. Si tratta, nello specifico, del tasso trimestrale calcolato su 365 giorni. Il dato in questione trova corrispondenza con il valore attuale del tasso Bce, che attualmente ammonta al 3%.
Secondo alcune previsioni, l’aumento che verrà formalizzato a Francoforte, segnerà un surplus di 50 centesimi a partire dal prossimo mese. Questa situazione potrebbe verificarsi a causa del fatto che da luglio 2022 – da quando il tasso Bce ha abbandonato quota zero – l’Euribor ha replicato nel dettaglio il suo andamento.
La comunicazione della Bce
Stando a quanto riferito dalla Banca Centrale Europea, “Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%, con effetto dall’8 febbraio 2023.”