Mutuo tasso fisso e variabile: quali differenze? Quando conviene uno o l’altro?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Mutuo tasso fisso e variabile: quali differenze? Quando conviene uno o l’altro?

Mutuo

Quando si vuole realizzare il sogno di acquistare casa, sempre più persone utilizzano il mutuo come strumento per avere la liquidità necessaria per affrontare una spesa così importante.

Negli ultimi anni, poi, il trend di persone che scelgono il mutuo per acquistare casa è in crescita. Lo dimostrano i dati del secondo trimestre del 2019 che ha fatto segnare un nuovo record: 327.199 milioni di euro, la somma più alta di sempre. Già nel primo trimestre dell’anno in corso era stato superato il precedente importo più alto di stock mutui mai registrato e si era fissato il nuovo massimo pari a quasi 324 miliardi di euro. Con questo trimestre si raggiunge quindi un nuovo record di mutui attivi circolanti.

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Anche per il 2020 la situazione legata ai mutui è positiva e per i prossimi mesi si delinea uno scenario favorevole al proseguimento della crescita del credito alla famiglia per l’acquisto dell’abitazione.

La situazione si spalma in maniera più o meno lineare su tutto il territorio nazionale. I mutui, infatti, sembrano essere più diffusi in Lombardia, con un ammontare di 80,13 miliardi (pari a una quota del 24,5% del totale). Subito dietro il Lazio con 43,72 miliardi (13,4%) e, a distanza ma con valori molto vicini Veneto (28,83 miliardi, 8,8%), Emilia-Romagna (28,49 miliardi 7,4%), Piemonte (24,27 miliardi, 7,4%) e Toscana (24,36 miliardi, 7,4%). Gli ultimi tre posti di questa classifica sono occupati da Basilicata (1,1 miliardi, 0,3%), Molise (0,72 miliardi, 0,2%) e Valle d’Aosta (0,57 miliardi, 0,2%).

Mutuo a tasso fisso ed a tasso variabile

Mutuo
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Non tutti i mutui sono uguali. Come tutti ormai sappiamo esistono mutuo a tasso fisso e mutui a tasso variabile. Procediamo però con ordine e partiamo con la definizione di mutuo, ossia una particolare tipologia di contratto che coinvolge due soggetti: da un lato abbiamo il mutuante, ovvero colui che eroga una somma di denaro o una quantità di beni fungibili; dall’altra troviamo il mutuatario, cioè colui che si impegna a restituire alla scadenza la somma pattuita.

Il mutuo può essere sia a titolo gratuito, sia a titolo oneroso e si perfeziona solo al momento della consegna al mutuatario. Solitamente si tratta di un prestito a titolo oneroso, pertanto chi ha ricevuto in prestito una somma di denaro deve corrispondere gli interessi. E’ il caso specifico del mutuo bancario richiesto per la compravendita di beni immobili oppure ristrutturazioni di edifici o quello richiesto da un imprenditore per le sue attività aziendali.

Come abbiamo detto in precedenza un mutuo può avere un tasso fisso o un tasso variabile. Il tasso varia in base allo spread e ad un parametro di riferimento che varia a seconda che si tratti di un tasso di interesse fisso o variabile: nel primo caso si fa riferimento all’IRS (Interest Rate Swap), nel secondo all’Euribor (Euro Inter Bank Offered Rate). Il tasso di interesse viene individuato dal TAN (Tasso Annuo Nominale). 

Un mutuo a tasso fisso è un finanziamento che prevede una rata costante per tutta la sua durata. Il suo indice di riferimento è l’Irs, ovvero l’Interest Rate Swap. Con questo genere di opzione si ha una certezza di avere sempre la stessa rata. In questo modo l’importo non subisce alcuna variazione.

Scegliere un finanziamento con tasso fisso significa poter pianificare le uscite mensili con una maggiore puntualità oltre che essere ben cosciente che alla fine del piano di ammortamento la rata sarà inferiore rispetto al reddito futuro. Che vuol dire? Tra 20 o 30 anni la rata del mutuo sarà la stessa ma questo importo graverà di meno perché lo stipendio dovrebbe aumentare con il passare del tempo.

Il mutuo a tasso variabile

Diversa è la situazione legata al mutuo a tasso variabile. In questo caso il tasso cambia in base a diversi parametri. Questo tasso, infatti, comprende la somma dell’indice di riferimento e dello spread. Questi due parametri di indicizzazione possono essere diversi. In passato sono stati estesamente usati il Prime Rate ABI, il tasso Ufficiale di Sconto e il Ribor, cui fanno riferimento i contratti di mutuo più vecchi. Con la nascita dell’Euro è arrivato l’Euribor che ha assunto un predominio generalizzato, anche se in anni più recenti qualcuno si è affidato al Tasso BCE (Banca Centrale Europea).

Con il mutuo a tasso variabile, dunque, la rata del mutuo non sarà mai la stessa. Questo genere di mutuo è conveniente quando si prevede un basso tasso Euribor per il tempo in cui saremo legati al mutuo.

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ultimo aggiornamento: 6 Luglio 2020 9:07

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