Israele afferma che i raid militari hanno lo scopo di smantellare le reti militanti palestinesi e contrastare futuri attacchi.
Oggi un raid a Nablus, in Cisgiordania, ha visto la morte di almeno dieci persone dello stato ebraico, tra cui un uomo di 72 anni. Le forze armate israeliane avrebbero dato inizio all’incursione con dei lanci di pietre contro i miliziani di Jihad Islami. Ad annunciarlo è stato il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese.
Nuovi morti
Il gruppo islamista Jihad Islami è considerato vicino agli Hezbollah libanesi e ai regimi di Siria e Iran. Due dei suoi comandanti delle brigate Al-Quds sarebbero stati accerchiati in un edificio, dove poi sono stati sparati dei lacrimogeni. Subito dopo boati e spari da arma da fuoco, e dei giovani di Nablus hanno scagliato pietre contro i militari israeliani.
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente dell’Anp Mahmoud Abbas, condanna il raid dell’occupazione a Nablus e “chiediamo la fine dei continui attacchi contro il nostro popolo”. Dall’inizio del 2023, in soli due mesi, si contano 51 morti tra i palestinesi uccisi in Cisgiordania e Gerusalemme est, mentre nel 2022 sono stati 150.
Nonostante Israele sostenga che sono stati uccisi solo miliziani, tra le vittime si registrano anche giovani che protestavano contro i raid e altre persone non coinvolte. La Palestina considera le repressioni di Israele come un ulteriore rafforzamento dell’occupazione, dal momento che il Paese ha conquistato la Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza in una guerra del 1967.