La foto diventata simbolo della guerra in Vietnam e che vinse il Pulitzer compie 50 anni.
L’8 giugno 1972 veniva scattata la foto che ritrae la crudezza del conflitto in Vietnam, tanto che si aggiudicò il premio Pulitzer. Al centro della foto un gruppo di bambini in fuga e in lacrime, tra queste quella che fu soprannominata Napalm girl.
Quel giorno un gruppo di cacciabombardieri dell’aviazione sudvietnamita attaccò con le bombe al napalm Trang Bang, un paesino del Vietnam del Sud non lontano dalla capitale Saigon, occupato dalle forze nordvietnamite. Nonostante la guerra fosse ormai in fase di ritirata, i bombardamenti dell’esercito americano e sudvietnamita continuavano contro il Vietnam del nord.
Il dramma della foto sta proprio nel fatto che i caccia quel giorno colpirono i propri soldati e un tempio religioso pieno di rifugiati civili. Tra questi una bambina di 9 anni Kim Phúc, la bambina nuda al centro della foto perché colpita dal napalm e il vestito si bruciò in pochi secondi. Mentre scappava la bambina si ritrova davanti il fotografo Nick Ut, di Associated Press.
La donna ha faticato per accettare di essere un simbolo
Nonostante le stringenti politiche di allora che vietavano di pubblicare foto di nudi, per di più di una bambina, il capo di Ap decise di pubblicare lo stesso riconoscendo il valore di quella fotografia. Per quanto riguarda la bambina, si salvò grazie al pronto intervento dello stesso fotografo che insisté in ospedale per farla curare.
Dopo questa terribile esperienza, oggi Phúc è ambasciatrice dell’UNESCO e ha fondato la Kim Foundation International. L‘associazione si occupa di fornire aiuto ai bambini vittime di guerra. A 50 anni dalla foto scattata in Vietnam ha dichiarato al New York Times di non essere più la Napalm girl con cui era conosciuta e racconta la difficoltà di essere stata un simbolo così precocemente. Ma allo stesso tempo è orgogliosa di essere stata un simbolo di pace.