Natisone, il telefono di Patrizia funziona ancora: la verità sui soccorsi

Natisone, il telefono di Patrizia funziona ancora: la verità sui soccorsi

Rimasto per ore nelle acque del fiume Natisone, il telefono di Patrizia Cormos funziona ancora e potrà essere decisivo per la verità sui soccorsi.

I tre ragazzi, sfortunati protagonisti della tragedia del Natisone, potevano essere salvati? Questa la domanda che in tanti si stanno facendo e alla quale le forze dell’ordine proveranno a rispondere. In questo senso, di fondamentale importanza, sarà il cellulare di Patrizia Cormos, morta nel dramma di venerdì scorso in Friuli, che è stato recuperato dopo ore sotto l’acqua e che si trovava ancora acceso e funzionante.

Natisone, il telefono di Patrizia acceso e funzionante

Secondo quanto si apprende da diversi media di informazione, l’iPhone di Patrizia Cormos, vittima della tragedia del Natisone, è stato recuperato dalla sua borsetta ed era ancora acceso e funzionante. Potrebbe essere proprio il telefono della ragazza, il cui funerale è stato celebrato due giorni fa con rito metà cattolico e metà ortodosso, a fornire elementi utili alle forze dell’ordine per fare chiarezza su quanto accaduto ed in particolare sulla prontezza o meno dell’intervento dei soccorsi.

Dal dispositivo si spera di trovare elementi utili come foto, video e telefonate che possano aiutare a ricostruire gli attimi precedenti al drammatico momento in cui i tre ragazzi coinvolti hanno subito la follia impazzita del fiume. Una volta sbloccato dai tecnici, il telefonino della giovane verrà analizzato e verranno archiviati foto, filmati e telefonate. La ragazza ne avrebbe effettuato quattro: la prima alle 13,29, di breve durata, la seconda a vuoto, la terza e la quarta più lunghe. Proprio su queste ultime due verteranno, con ogni probabilità, le indagini degli inquirenti.

Le indagini

Come riportato da Fanpage, gli inquirenti in parallelo si muovono con l’acquisizione delle testimonianze. Dopo le famiglie delle vittime e i testimoni oculari, saranno sentiti gli specialisti per capire se stiano state rispettate le procedure di soccorso. Allo stesso tempo stanno cercando di capirne di più sul fronte della cartellonistica. Nella zona del Ponte Romano di Premariacco, in provincia di Udine, è presente infatti la tabella che indica il divieto di balneazione e il pericolo di annegamento, ma non quella del rischio di piene improvvise.