Quattro indagati per omicidio colposo dopo la tragedia del 31 maggio, in cui tre ragazzi sono stati travolti dalla piena del fiume Natisone.
Sono quattro gli indagati per l’omicidio colposo relativo alla morte di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Christian Molnar, i tre giovani di circa vent’anni travolti dalla piena del fiume Natisone, in Friuli, il 31 maggio scorso.
Tragedia del fiume Natisone: quattro indagati per omicidio colposo
La Procura di Udine ha iscritto nel registro degli indagati un operatore della sala operativa regionale per le emergenze sanitarie (Sores) e tre vigili del fuoco. La notizia è stata riportata dal Corriere e rilanciata anche da IlTempo.it.
I quattro indagati sono convocati per mercoledì 4 dicembre per essere ascoltati dalla Procura.
L’indagine si concentra sulle tempistiche e sulle modalità degli interventi di soccorso, che si sono rivelati purtroppo vani. In particolare, sotto la lente degli inquirenti sono finite le telefonate effettuate dai giovani, sorpresi dall’improvviso innalzamento delle acque del fiume, e la risposta degli operatori coinvolti.
Tra gli indagati, però, non figura personale che sia fisicamente intervenuto sul posto, nei pressi del Ponte romano di Premariacco, dove si è verificata la tragedia.
La ricostruzione della tragedia
Il 31 maggio 2024, una tragedia ha colpito il fiume Natisone, dove sono morti tre giovani: Patrizia Cormos, 20 anni, Bianca Doros, 23 anni, e Christian Molnar, 21 anni.
I tre ragazzi, che stavano trascorrendo una giornata insieme, sono stati travolti dalla corrente del fiume mentre si trovavano a pochi passi da un luogo considerato sicuro.
I corpi di Patrizia e Bianca sono stati recuperati successivamente, mentre Christian è stato trovato solo dopo un’intensa ricerca. La situazione ha sollevato molte domande sulla sicurezza del luogo e sulle circostanze che hanno portato all’incidente.
Attualmente, quattro persone sono indagate per omicidio colposo: tre vigili del fuoco e un infermiere del 112.
Le indagini si concentrano su eventuali negligenze nella gestione della situazione e sulla mancanza di intervento da parte di chi era presente al momento dell’incidente.
La madre di Patrizia ha espresso il suo dolore, lamentando che molte persone stavano filmando l’accaduto invece di intervenire per salvare i ragazzi.