Missione NATO in Kosovo, previsto l’invio di altri 700 soldati

Missione NATO in Kosovo, previsto l’invio di altri 700 soldati

La decisione è stata presa in seguito agli scontri di lunedì con alcuni manifestanti serbo-kosovari.

Ieri la NATO, l’alleanza militare formata dalle nazioni occidentali, ha rivelato che intende dispiegare altri 700 soldati in Kosovo. La decisione è arrivata dopo una serie di scontri tra le sue forze e centinaia di manifestanti. Questi scontri hanno provocato il ferimento di 14 soldati italiani. La decisione è stata annunciata dal Segretario Generale NATO Jens Stoltenberg in una conferenza stampa successiva all’incontro con il primo ministro norvegese.

La missione KFOR della NATO

È previsto l’invio in Kosovo di 700 soldati riservisti che sono pronti a diventare operativi entro una settimana. Inoltre, un battaglione di soldati, solitamente composto da 300 a 1.000 persone, sostituirà i riservisti ed è stato istruito per essere operativo entro una settimana, se necessario.

La missione NATO in Kosovo, nota come KFOR, è attualmente la più grande al mondo. Comprende un totale di 3.800 militari provenienti da 27 Paesi diversi. La NATO raramente annuncia pubblicamente il rafforzamento delle sue missioni. L’ultima volta che lo ha fatto è stato circa un anno fa, quando ha rafforzato il suo contingente in Europa orientale in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Stuart B. Munsch, ammiraglio americano a capo del gruppo NATO in Europa del sud commenta: “Il dispiegamento di forze aggiuntive in Kosovo è una misura prudente per assicurare che KFOR sia in grado di assicurare la sicurezza“.

Cosa succede in questi giorni in Kosovo?

Diversi soldati italiani e ungheresi della missione KFOR sono stati feriti lunedì a Zvecan, durante una manifestazione di protesta. La protesta è stata indetta da centinaia di persone di etnia serba residenti in Kosovo, che da giorni protestano per la nomina di alcuni sindaci di etnia albanese nelle città a maggioranza serba. Questi sindaci hanno vinto le recenti elezioni locali grazie al boicottaggio della popolazione serba.

Martedì, nel tentativo di evitare altre violenze, i soldati NATO hanno circondato il municipio di Zvecan con una recinzione e del filo spinato. A Leposavic e Zubin Potok, le altre due città coinvolte, i soldati della KFOR hanno piazzato veicoli militari della polizia kosovara davanti ai municipi.

Sono ancora in corso iniziative diplomatiche per allentare la tensione. Il rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Josep Borrell, ha parlato con il primo ministro del Kosovo Albin Kurti e con il presidente della Serbia Aleksandar Vučić. Nella sua dichiarazione pubblica, Borrell ha fatto appello a entrambe le parti per ridurre la tensione.