L’ammiraglio Dragone lancia un appello accorato dalla Nato: la guerra non è più lontana, è tra noi. I dettagli.
Da oltre 75 anni, la Nato rappresenta una delle architravi della stabilità e della sicurezza del mondo occidentale. Un’organizzazione nata per difendere la democrazia e i valori condivisi, e che nel tempo ha allargato il proprio perimetro fino a comprendere quasi un miliardo di persone. Tuttavia, il mondo oggi appare più instabile e pericoloso di quanto fosse al momento della sua fondazione.

L’Alleanza Atlantica tra passato glorioso e nuove sfide globali
Le minacce attuali non sono più solo teoriche o distanti: la guerra in Ucraina ha segnato un punto di svolta. Per la prima volta dopo decenni, il conflitto è tornato a bussare alle porte dell’Europa, con conseguenze profonde sia a livello strategico che psicologico. L’instabilità non riguarda solo il piano militare ma anche quello economico e culturale, con l’emergere di alleanze globali alternative e l’espansione dell’asse tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.
In questo scenario, il concetto di sicurezza si sta trasformando: non è più sufficiente pensare che basti il supporto degli alleati. Serve una presa di coscienza collettiva, soprattutto in Europa.
L’intervento di Cavo Dragone: “L’illusione della distanza è finita”
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, attuale presidente del Comitato Militare della Nato, ha espresso con forza questa nuova consapevolezza in una recente conferenza al Senato. Dopo tre mesi dal suo insediamento, ha voluto tracciare un quadro chiaro e realistico. “La guerra, da realtà lontana e astratta, si è via via imposta come una minaccia ai nostri confini e, oggi, si va proponendo come una presenza inquietante nelle nostre case.”
Ma l’allarme non si ferma qui. Il tema della sicurezza non è una questione astratta o rinviabile, ma una responsabilità che coinvolge tutti. “Non possiamo più pensare che qualcuno possa farlo al nostro posto. L’Alleanza Atlantica è il nostro vero Scudo.”
E su una delle questioni più discusse, il ruolo degli Stati Uniti nella Nato, l’ammiraglio è categorico: “Del disimpegno degli Stati Uniti, di cui si parla molto, al momento non c’è traccia nell’attività della Nato.” Anzi, l’appello è chiaro: “Se non pensiamo alla sicurezza, i primi a pagarne il prezzo saranno i nostri figli.” Il tutto come riportato da adnkronos.com
Un messaggio lucido e incisivo, che chiama a raccolta l’Europa e invita tutti a prendere parte a una sfida che non può più essere rimandata.