A Lubiana, il segretario generale della Nato Mark Rutte lancia un duro avvertimento a Putin: “Se ci attacca, sarà guerra aperta”.
Nel cuore della Slovenia, a Lubiana, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha pronunciato un discorso destinato a lasciare il segno nei rapporti già tesi tra l’Alleanza e la Russia. Durante l’assemblea parlamentare della Nato, come riportato da adnkronos.com, Rutte ha scelto parole esplicite e incisive, avvertendo il Cremlino dei rischi concreti di un’escalation. “Speriamo che non accada mai, ma, se la Russia fosse così idiota da attaccarci, sarebbe guerra aperta tra la Russia e la Nato. Sarebbe diversa dalla guerra tra Russia e Ucraina, per molte ragioni che non posso approfondire ora, perché non vogliamo dare loro vantaggi informativi, ma sarebbe diversa”, ha dichiarato l’ex premier olandese.

Una minaccia diversa, molto più vasta
Il messaggio lanciato da Rutte è chiaro: un conflitto diretto tra Russia e Nato avrebbe proporzioni e conseguenze molto più ampie rispetto alla guerra in Ucraina. “Siamo molto, molto più forti dei russi. E loro lo sanno”, ha affermato, sottolineando come Mosca, seppur ancora pericolosa, sia oggi “più debole di quanto sembri”. La prova? Il ritiro quasi completo delle forze navali russe dal Mediterraneo. “La task force del Mediterraneo era una volta un mix di navi di superficie, sottomarini e navi di supporto. Oggi non c’è quasi più alcuna presenza navale russa nel Mediterraneo”.
Nonostante ciò, Rutte ha ribadito che “Mosca resta profondamente pericolosa” e ha esortato l’Alleanza a mantenere alta la guardia. La strategia di deterrenza passa anche dal rafforzamento militare e da un aumento degli investimenti nella difesa: “Non solo per compiacere gli americani”, ha precisato, ma perché la sicurezza europea è fondamentale anche per gli Stati Uniti.
I missili ipersonici e la nuova corsa agli armamenti
Uno dei punti più allarmanti del discorso riguarda la minaccia dei missili ipersonici russi. “Possono colpire le città europee nel giro di qualche minuto”, ha avvertito Rutte. Si tratta di armi capaci di viaggiare a Mach 5, rendendo molto difficile un’intercettazione. Per questo, la Nato dovrà “quintuplicare gli sforzi nella difesa aerea, che sappiamo saranno costosi”.
I ministri della Difesa dell’Alleanza si riuniranno a Bruxelles per definire i nuovi obiettivi: una spesa per la difesa ‘core’ pari al 3,5% del PIL e per la sicurezza all’1,5% entro il 2035. “Occorreranno percorsi credibili”, ha spiegato.
Rutte ha anche ribadito l’importanza dell’Italia nel contesto strategico europeo. “Roma dista appena cinque minuti da Kiev”, ha detto, riferendosi alla rapidità con cui un missile russo potrebbe colpire il territorio europeo. E ha lodato Giorgia Meloni, definendola “amica” dell’Alleanza atlantica, per il suo solido posizionamento filoucraino.
Il messaggio è netto: “Non dovremmo sottovalutare la minaccia della Russia, ma non dovremmo nemmeno sopravvalutarne le capacità”. Un equilibrio difficile da mantenere, ma essenziale per garantire la sicurezza del continente.