Naufragio Crotone, morta giornalista afghana: collaborava con Onu

Naufragio Crotone, morta giornalista afghana: collaborava con Onu

Nella terribile vicenda del naufragio di Crotone è deceduta anche una giornalista e attivista afghana che collaborava con Onu.

Nel naufragio di Crotone è deceduta anche una giornalista afghana. Collaborava con l’Onu ed era attivista per i diritti umani, fotografando la condizione delle donne in Afghanistan per sensibilizzare sulla tematica. Si chiamava Torpekai Amarkhel ed aveva 42 anni.  

Anche lei è una delle vittime della tragica vicenda del barcone affondato a Steccato di Cutro. Lo schianto è avvenuto poco prima delle quattro del mattino, causando almeno 71 vittime tra i passeggeri a bordo del barcone. 

La fuga in Italia nel 2021

A causa delle difficili condizioni a cui doveva sottostare nel suo Paese per proseguire con la sua professione di giornalista, Torpekai Amarkhel ha deciso, nell’estate del 2021, di lasciare il suo Paese natale a piedi per fuggire in Italia. 

Anche la sua famiglia si trovava a bordo del barcone affondato a Crotone il 26 febbraio scorso, a Steccato di Cutro. Secondo quanto appreso, una delle sorelle dalla giovane giornalista, Mida, arrivata a Crotone da Rotterdam, ha dato mandato al pool di legali creato a Crotone per assistere gratuitamente le famiglie delle vittime. 

Sarà il pool di legali a rappresentarla durante il procedimento giudiziario che scaturirà dall’indagine in corso alla Procura della Repubblica di Crotone. Il racconto della sorella della giornalista dopo aver intrapreso un viaggio in auto verso l’Italia dall’Olanda: “Il suo sogno era quello di fare la giornalista in Italia. Era laureata in giornalismo all’Università di Kabul e aveva una grande passione per il giornalismo: collaborava anche con l’agenzia Unama News. Amava fare interviste, raccontare le donne. Ma con i talebani che bussavano ogni sera alla porta, era diventato impossibile. Così ha deciso di partire”. 

Poi continua raccontando: “Ho chiamato mio fratello che si è messo in contatto con lo scafista che stava in Turchia. Quello a cui sono stati dati i soldi, di Torpekai e dei bambini. Per lei un pagamento di 10mila dollari e per i bambini 8mila a testa”.  

Poi, tra le lacrime dice: “Dopo avere lasciato l’Afghanistan ha raggiunto a piedi l’Iran, da qui è poi andata a Istanbul dove ha preso casa in affitto in attesa di potere partire per l’Italia a bordo di un barcone”.