I familiari delle vittime del naufragio di Crotone si sono rivolti ad un team di quattro legali per una class action contro l’Italia.
In seguito al naufragio di Crotone i parenti di alcune vittime si sono rivolti agli avvocati per avviare un’azione collettiva nei confronti dell’Italia. In questa situazione la Procura ha aperto un’inchiesta per indagare su quanto accaduto e designare le responsabilità di colpa.
Secondo quanto appreso, alcuni dei familiari delle vittime si sono già rivolti a degli avvocati. Ad oggi è trascorsa poco più di una settimana dalla tragedia di Curto, e le squadre dei soccorritori hanno rinvenuto, tra le vittime, anche un bambino. In questo senso il governo italiano è sotto accusa a causa delle sue politiche per quanto riguarda l’accoglienza ed il soccorso dei migranti in mare.
Il barcone colmo di extracomunitari è stato travolto dal maltempo. Nell’incidente sono decedute almeno 71 persone, tra cui anche un bambino. In questo senso l’accusa dei familiari delle vittime si riferisce al mancato soccorso al barcone, proprio a causa delle scelte politiche del governo in carica.
Il team di avvocati a supporto delle famiglie delle vittime
Ancora la situazione non è chiara. Proprio per questo motivo la Procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta per accertare se i soccorsi siano stati tempestivi o meno. Ad occuparsi della causa dei familiari delle vittime un team di avvocati, composto da Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia – conosciuto anche per essere stato difensore di alcuni pentiti come Tommaso Buscetta – e ancora Mitja Gialuz, ordinario di Diritto processuale penale, e Vincenzo Cardone e Francesco Verri, cassazionisti esperti di Diritto penale internazionale.
I quattro avvocati hanno spiegato in una nota la situazione. “Siamo stati incaricati da numerosi familiari delle vittime del naufragio di rappresentarli nei due procedimenti penali iscritti dalla Procura della Repubblica di Crotone. Il primo ha già condotto all’arresto di alcuni presunti scafisti che rispondono dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo quale conseguenza della violazione dolosa delle leggi sull’immigrazione. Il secondo procedimento mira a raccogliere gli elementi per valutare se ci sono responsabilità per il mancato soccorso in mare”.