Il caso dei neonati morti a Vignale di Traversetolo continua a far parlare: arriva il duro commento dell’esperta Roberta Bruzzone.
La triste vicenda legata ai neonati morti e sepolti nel giardino di una villetta a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, continua a far parlare. Difficile anche solo ipotizzare le terribili e folli azioni di Chiara Petrolini, la madre dei due piccoli e autrice di quanto accaduto. A dare un commento sulla vicenda, con particolare riferimento al fatto che nessuno in famiglia si sarebbe accorto delle due gravidanze, è stata Roberta Bruzzone, criminologa ed esperta in materia.
Neonati sepolti a Traversetolo: il commento della Bruzzone
Dopo i nuovi dettagli legati alla morte di uno dei due neonati, con riferimento al dissanguamento del piccolo che sarebbe avvenuto per il taglio, errato, del cordone ombelicale, ecco arrivare svariati pensieri e commenti. Anche la criminologa Roberta Bruzzone, spesso attiva anche per consulenze su altri casi di cronaca importanti, ha voluto dire la sua in tv sia a ‘Ore 14’ che a ‘Zona Bianca’.
La Bruzzone ha spiegato come secondo lei la madre dei due piccoli abbia avuto qualcosa che “le ha impedito di comunicare all’esterno un evento, una condizione che riteneva inaccettabile e inaffrontabile”. Da sottolineare come una ipotesi di una “patologia psichiatrica”, secondo la criminologa forense sia da escludere. “Fa bene la Procura a esplorare la personalità della ragazza”. L’esperta ha affermato che le cause dell’accaduto andrebbero ricercate “all’interno del suo modo di intendere se stessa, nel rapporto con la famiglia che non è stata così contenitiva e attenta e che oggi si trova a fare i conti con una situazione nata, cresciuta e svolta sotto i loro occhi”.
Il focus sulla famiglia
In precedenza a ‘Ore 14’ con Milo Infante, come riportato da Leggo, la Bruzzone si era espressa ancora in modo più dettagliato sulla famiglia di Chiara Petrolini. “La procura ha fatto tutta una serie di verifiche e hanno dato esito negativo quanto al possibile coinvolgimento di altri soggetti all’interno della cerchia familiare”, ha detto.
La stessa criminologa aveva anche spiegato che “non rendersi conto neanche della seconda gravidanza è un po’ improbabile. Obiettivamente, che non se ne sia accorto nessuno è qualcosa di difficile da digerire. Stiamo parlando di un contesto che non mi pare degradato, nè da un punto di vista socio-economico nè da quello culturale. Credo che un approfondimento su come funzionasse la vita in quella famiglia sarebbe da fare”.