Benjamin Netanyahu affronta sfide interne e internazionali per l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Il futuro del governo israeliano.
Il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di ostaggi rappresentano un momento cruciale per il governo israeliano e per il primo ministro Benjamin Netanyahu. Nonostante l’accordo sia stato mediato anche dagli Stati Uniti, la sua approvazione resta incerta. Le accuse reciproche tra Israele e Hamas di non rispettare i termini concordati complicano ulteriormente il quadro.
Accordo a rischio: il governo si spacca
Il premier ha rinviato la riunione di governo per la ratifica, puntando il dito contro Hamas, che avrebbe modificato unilateralmente alcuni dettagli dell’intesa. Tuttavia, le vere difficoltà per Netanyahu arrivano dall’interno del suo esecutivo, dove i leader della destra religiosa, come Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, si oppongono fermamente all’accordo. Smotrich ha definito l’intesa “cattiva e pericolosa”, minacciando di ritirare il sostegno del suo partito, il Sionismo Religioso.
Con una maggioranza parlamentare già fragile, l’uscita di Smotrich e dei suoi sette deputati potrebbe rendere ingovernabile la Knesset, aprendo la strada a elezioni anticipate. Questa prospettiva rappresenta un grave rischio per Netanyahu, già coinvolto in tre procedimenti penali che ne minano ulteriormente la leadership.
Le implicazioni internazionali e l’ombra di Trump
Sul piano internazionale, la pressione arriva anche dagli Stati Uniti. L’ex presidente Donald Trump, in corsa per il secondo mandato, guarda con attenzione agli sviluppi in Israele. La mancata risoluzione della crisi di Gaza potrebbe compromettere la sua immagine di mediatore e rafforzare l’instabilità nella regione.
Se l’accordo dovesse fallire, Netanyahu si troverebbe esposto non solo all’ira dell’opinione pubblica israeliana, ma anche alla perdita di sostegno da parte degli alleati internazionali. Al contrario, un’intesa che favorisca Hamas, come temuto da alcuni esponenti del governo, potrebbe alienare una parte dell’elettorato di destra che lo sostiene.
In questo contesto complesso, Netanyahu cammina su una linea sottile tra stabilità politica e rischio di un collasso del governo. Il futuro del premier dipenderà dalla sua capacità di bilanciare le esigenze interne e le aspettative internazionali, in un momento che potrebbe segnare un punto di svolta per la sua carriera politica.