Netanyahu frena su Gaza: “Nessun rilascio di ostaggi palestinesi”

Netanyahu frena su Gaza: “Nessun rilascio di ostaggi palestinesi”

Il primo ministro israeliano Netanyahu respinge le voci di un possibile accordo che prevederebbe il rilascio di prigionieri palestinesi.

Mentre le ultime voci di oggi ipotizzano l’attesissima tregua dal conflitto tra Israele e Hamas, il presidente Benyamin Netanyahu ha chiarito la sua posizione. Per quanto riguarda le tensioni a Gaza, Israele esclude categoricamente il ritiro delle proprie forze armate e il rilascio di detenuti palestinesi.

La bozza d’accordo sulla tregua dal conflitto

Quest’oggi sono spuntate a galla alcune novità in merito ad una tregua a Gaza: durante il vertice a Parigi, infatti, Qatar, Egitto, Israele e Stati Uniti avrebbero trovato una bozza d’accordo per il cessate il fuoco, dopo la proposta dei giorni scorsi.

I negoziati avrebbero definito due pause dalla durata di 30 giorni ciascuna nell’offensiva dell’esercito a Gaza. Questo stop dovrebbe portare alla liberazione di una quarantina tra gli israeliani rapiti il 7 ottobre scorso. Durante questo periodo ci sarebbero stop nei combattimenti e consegne di aiuti umanitari.

Per quanto riguarda i prigionieri, verrebbero prima di tutto liberate le donne, i bambini e gli ammalati. Solo in un secondo momento si discuterebbe dei soldati, sia maschi che femmine, degli uomini in età da militare e della restituzione dei cadaveri.

Netanyahu respinge l’intesa

Non ritireremo l’esercito da Gaza e non libereremo centinaia di detenuti. Questo non è un altro round, uno scambio di colpi, un’altra operazione, ma una vittoria completa”, ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che si mostra ostile a un’intesa con la controparte palestinese, a meno di importanti concessioni.

D’altra parte, Hamas si dice pronto a cessare le ostilità, ma solo per un lungo periodo. Nel frattempo, Netanyahu cerca di mantenere unite le correnti interne al governo di Tel Aviv, mentre Stati Uniti e Gran Bretagna tornano in Medio Oriente per cercare di dare la spinta finale alle trattative.