Netanyahu, la marcia dei parenti degli ostaggi: "Senza rilascio non sarà vittoria"
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Netanyahu, la marcia dei parenti degli ostaggi: “Senza rilascio non sarà vittoria”

Benjamin Netanyahu

Le famiglie degli ostaggi di Hamas in marcia verso la casa provvisoria di Netanyahu per chiedere il rilascio dei parenti.

Continuna la guerra tra Israele e Hamas e uno dei temi più importanti delle ultime ore è il futuro degli ostaggi trattenuti dall’organizzazione terroristica. Al netto dei tentativi di dialogo per la loro liberazione, le cose, ancora, non si sbloccano. A fare un tentativo e mettere pressione al premier israeliano Benjamin Netanyahu sono ora le famiglie dei sequestrati che si sono messi in marcia da Tel Aviv a Gerusalemme per arrivare nella casa provvisoria del premier.

Bonus Natale 2024:
a chi spetta e cosa c'è da sapere

Netanyahu, la marcia dei parenti degli ostaggi

Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu

Decine e decine di famiglie in marcia da Tel Aviv a Gerusalemme per uno scopo preciso: chiedere la liberazione degli ostaggi trattenuti da Hamas e incentivare Israele a lottare per ottenere tale obiettivo. Da alcune ore i parenti dei sequestrati si sono messi in cammino per arrivare alla casa provvisoria del premier Netanyahu e provare ad aumentare la pressione su di lui e ottenere il rilascio di 240 ostaggi trattenuti dall’organizzazione terroristica.

L’obiettivo di questo gesto delle famiglie degli ostaggi, come detto, è ottenere la vera vittoria: riportare a casa i propri cari. Ottenere la tregua o almeno un’altra concessione che possa permettere di liberare i prigionieri che da 41 giorni sono trattenuti.

Come sottolineato dal Corriere della Sera, le persone in marcia portano magliette nere e uno slogan preciso: “Riportatela/o/i a casa”. Ogni t-shirt porta un nome diverso, ad indicare l’identità di ciascun ostaggio.

Le parole di chi marcia

Le famiglie degli ostaggi ma anche coloro che vogliono sostenere tale iniziativa sono in marcia con la speranza di arrivare entro sabato davanti alla casa provvisoria del leader di Israele che si trova con la moglie Sarah ospite nella villa del miliardario americano, Simon Falic, magnate dei duty free.

“Sappiamo che non dipende solo da Benjamin Netanyahu, ma Israele non potrà mai proclamare vittoria contro Hamas, se tutti i sequestrati non ritornano”, le parole riprese dal Corriere da parte di Oren, una persona che marcia per dare il suo sostegno anche se non è stato colpito in prima persona dalla tragedia.

I manifestanti sarebbero rimasti disorientati dalle parole del premier che ha spiegato come eliminare i fondamentalisti e liberare gli ostaggi abbiano la stessa priorità. Ora il tentativo di mettergli pressione arrivando da lui in tantissimi. Sabato, probabilmente, il “faccia a faccia”.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 17 Novembre 2023 9:37

Sciopero 17 novembre: tutti gli orari e chi aderisce

nl pixel