Benjamin Netanyahu affronta forti pressioni internazionali e interne: crisi politica in Israele, stop agli aiuti umanitari a Gaza.
La guerra a Gaza non si combatte solo con le armi. Sul piano diplomatico e politico, Israele è oggi al centro di un vortice di critiche e pressioni senza precedenti. Il conflitto in corso ha scatenato una mobilitazione globale che chiede l’immediata cessazione delle ostilità e l’apertura di corridoi umanitari. La Croce Rossa parla apertamente di «inferno su terra» per i due milioni di civili palestinesi, mentre le immagini di disperati all’assalto dei camion degli aiuti hanno scosso l’opinione pubblica mondiale.

Pressioni internazionali e tensioni interne: il governo israeliano sotto stress
Nel frattempo, il Regno Unito ha sospeso i colloqui per un accordo di libero scambio con Israele e ha minacciato sanzioni economiche. Un gesto simbolico ma dal forte impatto politico, che arriva mentre gli Stati Uniti mantengono un appoggio fermo a Tel Aviv, bloccando nuovamente una risoluzione Onu per il cessate il fuoco. Ma la tensione non si ferma ai confini esterni del Paese.
Fratture nel governo e il nodo della leva obbligatoria
La crisi si acuisce anche all’interno dello Stato ebraico. Un’inattesa frattura si è aperta nella coalizione di governo guidata da Benjamin Netanyahu, messa a rischio dai partiti ultraortodossi. Il nodo del contendere è l’esenzione dalla leva militare per gli studenti delle scuole religiose, una questione irrisolta che sta diventando la miccia di una possibile crisi parlamentare. La minaccia è concreta: parte della coalizione ha già preannunciato il ritiro del sostegno al governo in assenza di una legge chiara entro l’11 giugno.
Nel mezzo, si aggiunge lo stop alla distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza per 24 ore. Ufficialmente per motivi logistici, ma secondo diverse fonti, la decisione è legata alla necessità di riorganizzare i percorsi di accesso dopo gli incidenti che hanno causato decine di vittime. Un episodio che ha ulteriormente compromesso l’immagine internazionale di Israele.
La vera notizia, però, è il crescente isolamento del premier Netanyahu, costretto a destreggiarsi tra minacce di sanzioni, pressioni interne e un processo per corruzione in corso. La tenuta del suo governo vacilla, mentre la crisi umanitaria a Gaza continua a peggiorare.