Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto il punto sul conflitto con Hamas sottolineando anche la situazione legata all’Unrwa.
Non ha fatto giri di parole il premier di Israele Benjamin Netanyahu per descrivere la situazione attuale del conflitto con Hamas e gli ultimi aggiornamenti in tema tregua e ostaggi. Il potente israeliano ha poi mosso pesanti accuse all’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi.
Le accuse di Netanyahu all’Unrwa
Il premier israeliano Netanyahu, si legge sull’Ansa, ha sostenuto che l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, scossa da 12 casi di dipendenti affiliati ad Hamas, sia “totalmente infiltrata” dall’organizzazione terroristica.
Un pensiero che arriva a seguito di giorni di forti critiche proprio verso l’agenzia accusata di collusione con Hamas. Una situazione che non è certo passata inosservata ai maggiori Paesi donatori, con gli Stati Uniti in testa, che hanno detto che continueranno a sostenere l’organizzazione a patto che ci siano le “giuste condizioni”.
Condizioni che, appunto, non sembrano più esserci visto che almeno dodici Paesi avrebbero sospeso temporaneamente i contributi dopo le accuse che sono circolate, anche per mezzo del governo israeliano, e che proverebbero il coinvolgimento di dodici dipendenti della Unrwa, negli attacchi del 7 ottobre.
Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, ha sottolineato che la sospensione è solo una misura temporanea.
La situazione ostaggi
Al netto della situazione legata alle accuse all’Unrwa, Netanyahu citato dal Times of Israel ha fatto sapere che il suo Paese sta lavorando alla liberazione degli ostaggi ma che questa non avverrà “ad ogni costo”.
“Stiamo lavorando per ottenere un altro quadro per liberare i nostri prigionieri, ma sottolineo: non a ogni costo“. E ancora: “Abbiamo delle linee rosse, tra cui: non porremo fine alla guerra, non ritireremo l’IDF dalla Striscia, non rilasceremo migliaia di terroristi”.
L’obiettivo numero uno di Israele è quello “dell’eliminazione di Hamas” e di “garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia”. In tal senso, il premier israeliano ha aggiunto: “Stiamo lavorando su tutti e tre insieme e non rinunceremo a nessuno di loro”.