Nino D’Angelo smaschera Sanremo: “È una massoneria”, ecco lo sfogo

Nino D’Angelo smaschera Sanremo: “È una massoneria”, ecco lo sfogo

Le dure accuse di Nino D’Angelo al Festival di Sanremo e alla “massoneria della musica”: ecco cosa ha detto.

Il celebre cantautore Nino D’Angelo ha sollevato un polverone con le sue recenti dichiarazioni sul Festival di Sanremo e il mondo della musica, definito una “massoneria della musica” che monopolizza il successo degli artisti.

In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, l’artista napoletano ha criticato duramente: “C’è una massoneria della musica che crea, manovra e decide chi deve uscir fuori e chi no“, ha affermato con amarezza.

Nino D’Angelo

Le dure accuse a Nino D’Angelo alla musica e a Sanremo

Secondo Nino D’Angelo, il Festival di Sanremo e il mondo della musica sarebbe controllato da poche grandi case discografiche, potenti radio e agenzie di artisti. “Sono quattro-cinque case discografiche ancora in vita, le radio che hanno sempre più potere, le agenzie degli artisti“, ha spiegato.

A questo sistema si aggiungerebbe il fenomeno delle “visualizzazioni e like comprati“, che contribuisce a falsare il mercato musicale e a creare un’illusione di successo.

L’artista napoletano ha poi puntato il dito contro i talent show e le esibizioni in playback che – secondo lui – impoveriscono ulteriormente la qualità della musica.

Ascoltati e riascoltati in radio, nei talent, in tv mentre cantano spesso in playback durante mega feste organizzate in piazza dalle radio più importanti. La canzone conta sempre di meno: mi viene da ridere quando parlano di canzoni“, ha detto.

L’autotune e il playback

Un altro tema caldo toccato da Nino D’Angelo è quello dell’autotune, una tecnologia che negli ultimi anni ha trasformato il modo di produrre musica. “Fa miracoli, toglierlo farebbe danni incalcolabili, stroncherebbe le carriere“, ha dichiarato.

Le sue parole trasmettono un profondo rammarico per un sistema che sembra allontanarsi sempre di più dalla centralità della canzone e della vera arte musicale. “Sono quelli che si esibiscono in playback durante mega feste organizzate in piazza dalle radio più importanti“, ha aggiunto, lamentando l’assenza di autenticità nelle performance live.