Chiara Petrolini, coinvolta nel caso dei neonati morti a Parma, svela nuove verità nel secondo interrogatorio.
Durante il secondo interrogatorio, Chiara Petrolini, la studentessa arrestata per il caso dei neonati trovati morti a Traversetolo, ha fornito nuove versioni dei fatti. Secondo quanto riportato dalla trasmissione Mattino Cinque del 6 dicembre e ripreso da diverse testate, la giovane avrebbe ammesso di aver effettuato ricerche online sul Misoprostolo, un farmaco utilizzato per indurre l’aborto. In un primo momento, Petrolini aveva negato di conoscerlo, dichiarando: “Non ne ho mai sentito parlare”.
Gli inquirenti, però, hanno scoperto che la ragazza aveva effettuato diverse ricerche su quel farmaco. Di fronte a queste prove, Petrolini ha giustificato la sua menzogna spiegando che si trovava in “un momento di debolezza”. Ha aggiunto: “Non ricordavo di aver fatto quella ricerca”, sottolineando che il nome del medicinale era emerso mentre cercava informazioni generiche sui metodi per interrompere una gravidanza. Tuttavia, ha insistito: “Non ho mai fatto niente di quello che avevo cercato”.
Contraddizioni sulle droghe e sugli eventi del parto
Le incongruenze nelle dichiarazioni della giovane emergono anche su altri aspetti. Durante il primo interrogatorio, Petrolini aveva dichiarato di “non aver mai assunto droghe né sostanze alcoliche durante la gravidanza”. Tuttavia, come riportato dagli inquirenti, una testimone ha riferito che il 6 agosto la ragazza avrebbe consumato “tre birre, un mirto” e avrebbe fumato marijuana.
Nel secondo interrogatorio, incalzata su queste contraddizioni, Petrolini ha ammesso di aver mentito, motivando la sua scelta con la paura di essere giudicata: “Avevo paura del giudizio di tutti”. Anche le sue affermazioni relative al parto sono state messe in discussione. In un primo momento aveva detto di “non aver praticato manovre per accelerare il parto”, ma le ricerche sul suo storico web dimostrano che aveva cercato metodi per indurlo.
Infine, il tema del sangue. Petrolini aveva affermato: “Non ho visto il sangue”, ma l’autopsia ha rivelato che uno dei neonati sarebbe morto per un “profuso sanguinamento causato dall’omessa costrizione del cordone ombelicale”. Posta davanti a questa evidenza, ha risposto: “Io non ho visto sangue. Quando mi sono svegliata ho visto sangue, ma non penso che fosse il suo. Non è una menzogna”.
La decisione del Tribunale: Chiara Petrolini resta in carcere
Il Tribunale del Riesame di Bologna ha accolto la richiesta della Procura di Parma, stabilendo che Chiara Petrolini resti in custodia cautelare. Secondo quanto riportato dai giudici, “il controllo familiare non sarebbe sufficiente a prevenire la reiterazione del reato”. La decisione definitiva dipenderà dal pronunciamento della Cassazione, chiamata a esprimersi sul ricorso della difesa. Il tutto come riportato dalla fonte virgilio.it