Addio al segreto salariale: si potrà conoscere lo stipendio del collega e…

Addio al segreto salariale: si potrà conoscere lo stipendio del collega e…

La nuova direttiva Ue combatte la discriminazione retributiva: si potranno sapere gli stipendi dei colleghi e chiedere un risarcimento.

Dal 7 giugno 2026 potrebbe finire l’era del segreto sulle buste paga dei propri colleghi. La nuova direttiva europea, infatti, stabilisce le norme per fronteggiare la discriminazione retributiva tra uomini e donne, attraverso il diritto all’informazione sugli stipendi.

soldi euro

Disparità salariale: stipendi di uomini e donne

Secondo i dati Eurostat 2021, in Europa le donne guadagnano il 12,7% in meno rispetto agli uomini, pur facendo lo stesso lavoro. Nonostante il principio della parità retributiva dell’articolo 157 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue.

Il cosiddetto “gender pay gap” negli ultimi 10 anni ha registrato solo una lieve riduzione, fino al 13%, ma si parla comunque di un divario ancora molto ampio. Questo espone le lavoratrici a un maggiore rischio di povertà e a grosse differenze anche sulla pensione.

Cosa prevede la direttiva sugli stipendi?

Pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Ue a maggio ed entrata in vigore in questi giorni, la direttiva Ue 2023/970 combatte la parità di retribuzione fra uomini e donne. Si punta quindi ad abbattere quella disuguaglianza salariale tra lavoratori e lavoratrici.

Le nuove norme riguarderanno i processi di ricerca, selezione e assunzione del personale, ma soprattutto le retribuzioni. La direttiva sancisce il diritto dei lavoratori di conoscere gli stipendi dei propri colleghi e di chiedere il risarcimento danni all’azienda in caso di retribuzioni più basse.

Il risarcimento comprenderà “il recupero integrale delle retribuzioni arretrate e dei relativi bonus o pagamenti in natura, il risarcimento per le opportunità perse, il danno immateriale, i danni causati da altri fattori pertinenti che possono includere la discriminazione intersezionale, nonché gli interessi di mora”.

La direttiva 2023/970 però si riferisce anche alla discriminazione di etnia o sessualità. Alcune disposizioni inoltre mirao a garantire che si tenga conto delle esigenze delle persone con disabilità.

Gli obblighi dell’azienda

Il datore di lavoro dovrà fornire le informazioni richieste entro due mesi dalla data in cui è stata presentata la richiesta e se “le informazioni ricevute sono imprecise o incomplete, i lavoratori hanno il diritto di richiedere, personalmente o tramite i loro rappresentanti dei lavoratori, chiarimenti e dettagli ulteriori e ragionevoli riguardo ai dati forniti e di ricevere una risposta motivata”.

Inoltre, è previsto uno specifico divieto di inserimento di clausole contrattuali create ad hoc dalle aziende per impedire ai dipendenti di divulgare informazioni sul loro stipendio.

Le aziende con più di 250 dipendenti saranno tenute a riferire annualmente all’autorità nazionale competente in merito al divario retributivo di genere all’interno della propria organizzazione. Quelle più piccole, con più di 150 dipendenti, dovranno farlo invece ogni tre anni. Infine le imprese con più di 100 dipendenti dovranno farlo due anni dopo il termine di recepimento della direttiva.