La tragedia di Mestre pone l’attenzione sulla scarsa sicurezza delle strade italiane: cosa prevedono le norme sul guardrail?
L’incidente avvenuto a Mestre, dove un bus è precipitato da un cavalcavia causando la morte di 21 persone, pone ancora una volta l’accento sulla sicurezza stradale italiana. Scarsa manutenzione e assenza di controlli sono all’ordine del giorno, ma cosa dice esattamente il regolamento sui guardrail?
Le ipotesi sulla tragedia di Mestre
Proseguono le indagini sull’incidente dell’autobus di Mestre, che tuttavia continuano a sollevare dei dubbi sul guardrail che non avrebbe retto il peso del mezzo. Sembra infatti che, già due anni fa, fossero state eseguite delle segnalazioni su alcune “problematiche” relative alla sicurezza.
L’infrastruttura sarebbe troppo “vecchia e troppo bassa”. Come dichiara l’amministratore delegato di ‘La Linea’, Massimo Fiorese, “i video mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera”.
Saranno i rilievi del caso a stabilire l’adeguatezza o meno della struttura, ma intanto ci domandiamo: quali sono le norme che riguardano i guardrail?
Le norme sul guardrail
Secondo le leggi vigenti, nel punto dove è avvenuto l’incidente dovrebbe esserci un guardrail più alto e spesso, proprio per contenere lo sbandamento di mezzi pesanti, assorbendo l’energia di un veicolo che gli va contro.
In base al peso e alla velocità di un veicolo, sono stati realizzati tipi diversi di guardrail. Ad esempio, su un’autostrada saranno più spessi e alti mentre su una strada statale saranno più bassi e meno fortificati.
La suddivisione per classi
In Italia sono previste sette diverse “classi” di guardrail, a seconda del livello di contenimento che possono garantire (N1, N2, H1, H2, H3, H4A, H4B). Il tipo N1 è quello che garantisce il minor contenimento e riesce a tollerare un peso fino a una tonnellata e mezzo (quindi 1.500 chili), che vada al massimo a 80 chilometri orari.
Il tipo H4B, invece, ha un livello di contenimento più alto, con la capacità di reggere l’impatto di un “autoarticolato” (cioè di un lungo camion con rimorchio) fino a un peso di 38 tonnellate e fino a una velocità di 65 chilometri orari.
Dove vengono installati?
I guardrail di tipo N1 si possono usare solo su certe strade cittadine, mentre sulle strade extraurbane principali e autostrade si usano sempre almeno barriere H1. Vengono utilizzate anche le barriere H2, che sono più spesse e più alte.
Su ponti, viadotti e altre strade rialzate superiori a 10 metri da terra è previsto il tipo H2, che può contenere l’urto di un autocarro o di un autobus fino a 13 tonnellate, se questi vanno al massimo a una velocità di 70 chilometri orari. Si tratta proprio del caso a cui si sarebbe dovuto assistere sulla strada di Mestre, dov’è avvenuto l’incidente.
Mortellaro: “Necessario almeno un H3”
Secondo Alfredo Principio Mortellaro, ex direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali, sarebbe stato invece necessario “non meno di un H3 o addirittura un H4B”. Per Mortellaro l’attuale guardrail “è utile a proteggere situazioni di traffico di quartiere”.
Sulla barriera stradale di Mestre, l’ex direttore sostiene che la struttura sia stata montata unendo diverse “piccole porzioni” di barriera. Una questione che andrebbe “contro ogni regola di installazione”, dal momento che “per funzionare dev’essere lunga almeno 50 metri, come prescritto dai crash test”.
Anche l’assessore Renato Boraso ha riferito all’agenzia Ansa che era stato avviato un progetto “da oltre 6 milioni di euro” per il rifacimento del cavalcavia, che prevedeva tra le altre cose “un nuovo guardrail”. Si tratterebbe quindi di uno spazio di un metro e mezzo previsto dalle norme, “un varco di accesso per motivi di sicurezza“, per effettuare eventuali manutenzioni.