Emergenza coronavirus in Italia, Fipe lancia l’allarme e si dichiara contro il nuovo dpcm presentato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
La Fipe (Federazione dei Pubblici Esercizi) lancia l’allarme per quanto riguarda le nuove misure adottate dal governo che, secondo le stime, avranno un impatto di quasi 3 miliardi di euro sul mondo delle imprese attive nel campo della ristorazione.
Alla luce delle previsioni di Fipe-Confcommercio, la nuova stretta potrebbe rappresentare il colpo di grazia per numerosi pubblici esercizi ormai da mesi alle prese con l’emergenza sanitaria ed economica. Si chiede quindi al governo di procedere in maniera tempestiva ed efficace per sostenere le imprese colpite dal nuovo dpcm
La denuncia
“I ripetuti annunci di chiusure anticipate hanno già prodotto la desertificazione dei locali e, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale”, recita la nota.
“Gli imprenditori di questo settore si stanno dimostrando persone responsabili, che rispettano rigorosamente i protocolli sanitari loro imposti, che non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell’epidemia sul nostro comparto: sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza”, prosegue la nota.
Fipe contro il dpcm del 24 ottobre: “Non esiste connessione tra la frequentazione dei Pubblici Esercizi e la diffusione dei contagi”
Nella nota pubblicata in seguito alla conferenza stampa del Premier Conte, che ha annunciato la chiusura di bar e ristoranti alle 18.00, Fipe ha ribadito le proprie perplessità.
“La contrarietà si aggiunge alla consapevolezza che non esiste connessione tra la frequentazione dei Pubblici Esercizi e la diffusione dei contagi, come dimostrato da fonti scientifiche, che attribuiscono piuttosto ad altri fattori -mobilità, sistema scolastico e mondo del lavoro- le principali fonti di contagio“, recita la nota sul dpcm.
La Federazione inoltre ha annunciato una mobilitazione fissata per il prossimo 28 ottobre.
“La Federazione il prossimo 28 ottobre sarà comunque presente in 21 piazze d’Italia per ribadire i veri valori del settore – economici, sociali, culturali ed antropologici – messi in seria discussione dagli effetti della pandemia da Covid-19, che sta mettendo a repentaglio la tenuta economica del settore, l’occupazione (a rischio oltre 350mila posti di lavoro) e il futuro di oltre 50.000 imprese”.