Csm, il Quirinale: ‘grave sconcerto e riprovazione’

Csm, il Quirinale: ‘grave sconcerto e riprovazione’

La nota del Quirinale sul Csm: “Il presidente della Repubblica non può sciogliere il Consiglio superiore della magistratura”.

ROMA – In una nota il Quirinale ha risposto alla richiesta di Salvini di sciogliere il Csm dopo le ultime intercettazioni di Luca Palamara: “Il presidente della Repubblica – si legge nel comunicato citato da Repubblica si muove nell’ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Costituzione e dalla legge. Non può sciogliere il Consiglio superiore della magistratura in base a una propria valutazione discrezionali“.

Ma il Presidente della Repubblica non nasconde la sua delusione per il caso che sta travolgendo il Csm e invita il Parlamento a prendere in considerazione la riforma di cui si era parlato nei mesi scorsi.

Il Capo dello Stato, chiamato in causa per il caso Csm, ha rammentato a tutti le regole. Il Presidente della Repubblica non può sciogliere il Consiglio Superiore della magistratura in base a valutazioni discrezionali. Per arrivare al cambiamento invocato si deve passare per il Parlamento.

La nota del Quirinale

Nella nota il Quirinale ha precisato come “al presidente della Repubblica competerà valutare la conformità a Costituzione di quanto deliberato al termine dell’iter legislativo, nell’ambito e nei limiti previsti per la promulgazione“.

Per quanto riguarda le affermazione fatti dai singoli magistrati contro esponenti politici va ricordato che sull’intera vicenda sono in corso un procedimento penale e diversi procedimenti disciplinare. Per questo qualunque valutazione da parte del Capo dello Stato potrebbe essere interpretata come una pressione del Quirinale. La giustizia deve fare il suo corso attraverso gli organi e secondo le regole indicate dalla Costituzione e dalle leggi“.

Sergio Mattarella (fonte foto https://www.quirinale.it/elementi/48664)

Il Quirinale: “Urge una riforma del Csm”

Il Capo dello Stato concorda, però, con una riforma urgente del Csm esprimendo “grave sconcerto e riprovazione per quanto accaduto“.

Il Consiglio superiore della magistratura – si legge nella nota – conclude il suo mandato dopo quattro anni dalla sua elezione e può essere sciolto in anticipo soltanto in presenza di una oggettiva impossibilità di funzionamento o in caso di mancanza del numero legale dei componenti. Qualora ciò avvenisse il presidente della Repubblica sarebbe obbligato dai suoi doveri costituzionali a convocare, entro un mese, nuove elezioni dell’intero organo, ovviamente secondo le regole vigenti per la sua formazione […]. Se i partiti e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Consiglio superiore della magistratura formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda“.

fonte foto copertina https://www.quirinale.it/elementi/48664

Argomenti