Aumentano le regioni ad alto rischio in Italia: siamo passati in una settimana da otto a nove. Nessuna a rischio basso.
Aumentano i contagi e, di conseguenza, anche i ricoveri nelle strutture ospedaliere. Attualmente, nove regioni italiane sono a rischio alto. I dati sull’incidenza settimanale a livello nazionale sono di 1.071 ogni cento mila abitanti.
Decessi in diminuzione
Per quanto riguarda i decessi, i numeri sono in diminuzione. Anche i casi di polmonite si sono ridotti esponenzialmente. Rispetto a luglio 2021 abbiamo “cento volte più contagi e quattro volte più ricoveri”. A renderlo noto Enrico Coscioni, presidente di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
In pochi giorni si supererà la quota di 10mila ricoverati postivi al Covid. La preoccupazione maggiore è che le liste d’attesa per tutte le prestazioni il prossimo autunno, a causa dell’elevato numero di contagi, si allungheranno in maniera esponenziale.
Attualmente, sono a quota 8 mila gli italiani positivi al Covid e ricoverati nelle strutture ospedaliere. La maggior parte di essi, hanno scoperto di essere positivi dopo aver eseguito un tampone effettuato in pronto soccorso o prima di un ricovero non attinente con quelli per Covid.
In Italia nove regioni sono a rischio alto. Nessuna è classificata a basso rischio, mentre se ne contano dodici a rischio moderato. Il dato è aumentato rispetto alla scorsa settimana, in cui se ne contavano otto ad alto rischio.
Quali le regioni ad alto rischio?
Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. Queste le regioni ad alto pericolo Covid. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha spiegato che “A fronte di un numero molto elevato di nuovi casi la pressione sulle terapie intensive è ancora contenuta”.
E aggiunge: “Tra i vari fattori questo è certamente dovuto all’elevata immunizzazione e alla adesione alla campagna vaccinale” anti-Covid, “con il vaccino che si conferma protettivo nei confronti della malattia grave. Dobbiamo però tenere alta l’attenzione perché con un’alta circolazione del virus il pericolo, specie per i più fragili, rimane significativo”.