Il mafioso Marco Raduano è fuggito dalle carceri di massima sicurezza di Nuoro calandosi dalle mura di cinta con le lenzuola annodate.
L’assurda vicenda è accaduta in Sardegna, nel carcere di Nuoro di Badu ‘e Carros. Il protagonista è un pericoloso boss della mafia garganica, Marco Raduano, di 40 anni. È conosciuto con il nome “Pallone” o “Woolrich”.
L’arresto
Il capo del clan di Vieste creatosi nel 2015 dopo la scissione nel “clan dei montanari”, si trova detenuto nel carcere di massima sicurezza di Nuoro insieme ad altri detenuti per mafia. Secondo quanto appreso, Marco Raduano si trovava in regime As3 quando si è dato alla fuga, ovvero quello destinato ai narcotrafficanti.
Secondo quanto appreso il boss 40enne avrebbe cercato di evadere dalle carceri scavalcando il muro e calandosi con le lenzuola annodate. Avrebbe dovuto scontare la pena detentiva fino al 2046, ma ha cercato di intraprendere la via più facile.
Accusato di innumerevoli reati, tra cui furto, riciclaggio, traffico di droga e tentato omicidio con l’aggravante mafiosa, il 3 febbraio Raduano è stato condannato in via definitiva a 19 anni di carcere, al termine del processo denominato “Neve di marzo”.
Nell’ambito dell’inchiesta dell’ottobre del 2019 le forze dell’ordine hanno tratto in arresto ben 15 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere per il traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante mafiosa.
Il Questore: “Enorme dispiegamento di forze”
Il Questore del capoluogo barbaricino Alfonso Polverino in seguito alla vicenda ha dichiarato: “Appena la polizia penitenziaria ci ha allertato dell’evasione intorno alle 19, abbiamo avviato il Piano anticrimine in provincia di Nuoro, avvisato tutte le Questure della Sardegna e la Polizia di frontiera nei porti negli aeroporti dell’Isola. C’è un enorme dispiegamento di forze di Polizia e di uomini in tutta l’Isola, mentre la Polizia penitenziaria di Nuoro lavora sul fronte interno attraverso l’analisi di telecamere della casa circondariale e testimonianze”.
De Fazio: “Disastro nel sistema”
Poi l’accusa del segretario generale della Uilpa, Gennarino De Fazio. “Questa, nel disastrato sistema carcerario, è l’ennesima conferma dell’inadeguatezza anche dello speciale circuito definito, a questo punto impropriamente, ad alta sicurezza ma la cui sicurezza è di certo più latitante dell’odierno evaso e che, per di più, provoca come effetto collaterale l’inflazione della restrizione al carcere duro del 41bis. Organici della Polizia penitenziaria carenti di 18mila unità, equipaggiamenti inadeguati sistemi tecnologici ed elettronici inesistenti o non funzionanti: questo lo stato attuale delle carceri”.