Nuova vittima dell’ameba mangia cervello: cos’è e dove si trova

Nuova vittima dell’ameba mangia cervello: cos’è e dove si trova

Tragedia in India: un 14enne perde la vita dopo essere stato infettato dall’ameba mangia cervello in una piscina contaminata.

In India, un altro giovane ha perso la vita a causa dell’ameba mangia cervello. Il quattordicenne è deceduto dopo aver fatto il bagno in una piscina contaminata dal parassita Naegleria fowleri.

Questo tragico evento, riportato da Notizie.virgilio.it, rappresenta il terzo caso mortale nel giro di due mesi nella regione del Kerala, situata nell’estrema punta sud-occidentale del Paese.

L’ameba mangia cervello: cos’è e come agisce

Il Naegleria fowleri, noto anche come “ameba mangia cervello“, è un parassita che prolifera in acque dolci e calde, a partire dai laghi, fino anche a piscine non adeguatamente clorate.

Non sopravvive in acque salate e l’infezione non si trasmette da persona a persona. Il parassita entra nel corpo attraverso il naso o le orecchie e raggiunge il cervello, causando una condizione nota come meningoencefalite amebica primaria.

Questa malattia comporta una rapida degradazione del tessuto cerebrale, che porta alla morte in pochi giorni.

I sintomi iniziali includono mal di testa, febbre, nausea e vomito. Successivamente, possono insorgere torcicollo, confusione, mancanza di attenzione verso l’ambiente circostante, convulsioni, allucinazioni e coma.

La morte avviene solitamente entro il quinto giorno dall’insorgenza dei sintomi, ma in alcuni casi può sopraggiungere fino a 18 giorni dopo.

La prevenzione e il tasso di mortalità

La prevenzione dell’infezione da Naegleria fowleri richiede alcune semplici ma fondamentali precauzioni.

Negli Stati Uniti, le autorità sportive hanno iniziato a promuovere l’uso di tappi per le narici per chi si immerge in acque dolci, al fine di prevenire l’ingresso dell’ameba attraverso il naso.

Inoltre, è consigliabile evitare di utilizzare acqua di rubinetto per lavaggi nasali, preferendo invece soluzioni sterili o acqua precedentemente bollita e raffreddata.

Sebbene l’infezione da Naegleria fowleri sia estremamente rara, il tasso di mortalità è allarmante, con una percentuale del 97%.

Dal 1962 al 2021 sono stati confermati 154 casi, con solo pochissimi sopravvissuti. Purtroppo, anche coloro che riescono a sopravvivere riportano spesso danni permanenti e invalidanti.